Italia Nostra Onlus

12/10/2025 | News release | Archived content

Quell’Eden nascosto che si chiama Ninfa

Fin dalle prime pagine, so che sarà il libro che molto più volentieri degli altri avrò letto. Ultimamente non riesco più a scrivere. E leggo quasi per dovere. Non ne ho più la voglia (la forza, la capacità, il piacere, aggiungo adesso). Leggerò il tuo lentamente, lo assaporerò senza saltare un solo rigo. Lo so, lo sento. Chissà che non mi faccia risvegliare. Così scrivevo a Lauro Marchetti appena ho avuto fra le mani il suo libro Memorie di Ninfa. Ho incontrato Lauro il 25 ottobre scorso sul pianerottolo dell'antico Municipio della città di Ninfa, distrutta nel 1382, conquistata da flora spontanea che l'ha nascosta per secoli fino al 1921, quando cominciò la sua rinascita ad opera di Gelasio Caetani, spinto dalla madre Ada Bootle Wilbrahame, supportato dal padre Onorato. A seguire, Roffredo con la moglie Margherite Chapin.

La loro figlia Lelia e il di lei marito Hubert Howard completarono la gigantesca opera con amore. Non sapevo chi fosse quella persona dal sorriso accogliente e dall'aspetto di un signore d'altri tempi. Ero immerso in un mondo a parte, attratto dall'Eden nel quale ero entrato, ammaliato dai suoni e dalla visione dei tanti sentieri d'acqua che mi accompagnavano, dalle piante che lasciavano intravvedere i ruderi dell'antica città.

Dalle mura, dalla torre, dal silenzio. Dalla storia dei luoghi e dall'effetto complessivo. Ero lì per l'evento di apertura delle celebrazioni dei 70 anni dalla nascita di Italia Nostra, come consigliere nazionale, insieme con il presidente nazionale Edoardo Croci e con il collega consigliere Cesare Crova (consigliere anche della Fondazione Roffredo Caetani).

Croci, Crova, Massimo Amodio presidente della Fondazione, Alessandro Betori, soprintendente per le province di Frosinone e Latina e Marchetti erano a vario titolo un pò; i "padroni di casa". Nel salone, il pianoforte a coda Bechstein del 1884 sul quale hanno suonato e composto il duca Roffredo Caetani e alcuni fra i più famosi compositori mondiali (fra questi Brahms, Listz padrino di Roffredo e recentemente Stefano Bollani). E l'angolo dove Lelia dipingeva splendidamente ispirandosi al giardino.

E il tavolo ovale che vide la nascita di Italia Nostra. Racconta Lauro " Lo studio e la prima bozza dell'atto costitutivo vennero trascritti sul grande tavolo ovale del salone di Ninfa. Il documento venne siglato il 29 ottobre 1955 e sottoscritto da Umberto Zanotti Bianco, Elena Croce, Pietro Paolo Trompeo, Luigi Magnani, Hubert Howard, Desideria Pasolini dall'Onda e Giorgio Bassani". Ma qui mi fermo, non prima di averti raccomandato, caro lettore, di far commuovere, deliziare e arricchire la tua anima leggendo il libro di Marchetti. Per incuriosirti e invogliarti trascrivo per te la quarta pagina di copertina.

"Pochi giardini al mondo esprimono l'idea di giardino dell'Eden come quello di Ninfa: un mondo antico e originario in cui ancora si avverte la presenza del mito. Una volta varcato il cancello d'ingresso di questo luogo di sogno, non c'è visitatore che non percepisca la differenza tra " un mondo di fuori" e " un mondo di dentro". Alla comparsa dell'uomo sulla terra quel mondo unitario e armonioso era la normalità, mentre oggi può essere apprezzato solo in proporzioni assai ridotte e fortemente minacciate.

Il fascino unico di Ninfa risiede nel connubio tra l'avvolgente mistero delle imponenti e silenziose rovine e la natura circostante, piena di esuberanti fioriture, profumi inattesi, suono cristallino delle acque, canti di uccelli e voli di farfalle. Con il loro lavoro appassionato, i Caetani hanno salvaguardato le vestigia di una storia millenaria, custodendo il genius loci di Ninfa e creando un giardino (inteso come "casa" di tutti gli esseri viventi, dalla magnolia al lombrico, dal cedro all'usignolo) la cui bellezza è offerta al godimento dell'umanità intera".

Qui mi fermo per davvero, quanto al libro. Se sono qui a scrivere lo devo alla sua lettura. Un primo passo. E adesso? Adesso proverò a tornare a scrivere partendo da alcuni spunti che me ne hanno fatto intravvedere la possibilità. A presto.

Vitantonio Iacoviello

L'articolo è stato pubblicato su "Il Quotidiano del Sud" del 9 dicembre 2025

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