07/14/2025 | News release | Distributed by Public on 07/15/2025 04:35
Testo: Ben Barry
Gli anni '60 hanno inaugurato l'era delle Ferrari con motore centrale: Phil Hill vinse il Campionato del Mondo di F1 del 1961 con la 156 F1, i modelli 250 con motore centrale si aggiudicarono tre vittorie consecutive a Le Mans e persino l'auto stradale Dino montava il motore in posizione centrale nel 1967. Tuttavia, l'ammiraglia con motore V12, la 365 GTB/4 "Daytona", continuò a sfoggiare con orgoglio il motore anteriore fino agli anni '70.
Scopri la storia dei leggendari motori Ferrari a 12 cilindri contrapposti
Nella stagione 1970 debuttò la monoposto di Formula 1 312 B, equipaggiata con il nuovo 12 cilindri piatto progettato da Mauro Forghieri posizionato dietro il pilota. Ovviamente era potente, ma il 12 cilindri piatto da 3 litri offriva anche un altro vantaggio: invece di disporre i cilindri a V, Forghieri li posizionò piatti, come un libro aperto a metà. Questa soluzione consentì di abbassare il peso nel telaio, migliorando il baricentro.
Le Ferrari con questo tipo di propulsore regalarono alla Scuderia diversi titoli mondiali mezzo secolo fa, ispirando una nuova generazione di stradali con motore 12 cilindri piatto.
La 365 GT4 BB è stata la prima Ferrari stradale a V12 centrale, ma anche la prima con un motore a 12 cilindri contrapposti omologato per la strada
1973 - Ferrari 365 GT4 BB
La 365 GT4 BB suscitò grande scalpore al suo debutto al Salone dell'Automobile di Torino del 1971, prima dell'inizio della produzione a giugno 1973. Costruita attorno a un telaio in acciaio tubolare con sospensioni a triangoli sovrapposti e doppi ammortizzatori posteriori, presentava lo spettacolare stile Pininfarina in una carrozzeria in acciaio con pannelli incernierati in alluminio. Tra le caratteristiche distintive figuravano la verniciatura nera a contrasto sotto la linea di cintura, la griglia anteriore a tutta larghezza e i cerchi in lega a cinque razze.
Ad eccezione delle lettere "GT", tutto nel nome faceva riferimento al nuovo motore 12 cilindri piatto da 365 cv: "365" si riferiva alla cilindrata di ciascun cilindro, che corrispondeva a un totale di 4390 cm³, proprio come il precedente V12, mentre il "4" indicava i quattro alberi a camme azionati da cinghie.
"BB" (per Berlinetta Boxer) era una piccola licenza artistica: il 12 cilindri piatto non era un vero motore boxer, in cui i pistoni hanno un movimento contrapposto; era piuttosto un V12 a 180 gradi, con i pistoni opposti che si muovono parallelamente in modo sincronizzato.
Questa vettura non arrivò su strada prima del 1973, ma in tre anni ne vennero venduti quasi 400 esemplari, nonostante la crisi petrolifera.
512 BB: motore piatto a 12 cilindri da 5 litri e carrozzeria Berlinetta Boxer
1976 - Ferrari 512 BB
Probabilmente, il cambiamento più significativo apportato dalla 512 BB è stato il nome semplificato, che ora faceva riferimento diretto alla cilindrata totale e al numero di cilindri. Chi era in cerca di prestazioni eccezionali potrebbe essere rimasto deluso dal nuovo motore da 4943 cm³, che in effetti presentava una potenza ridotta a 360 cv, ma la guidabilità della vettura era stata notevolmente migliorata, con una potenza massima erogata a regimi più rilassati, accompagnata da coppia extra e da una maggiore fluidità.
Le modifiche estetiche erano limitate principalmente a un nuovo spoiler anteriore e, nel posteriore, al passaggio da tre fanali e tre terminali di scarico a due grandi fanali e due terminali, questi ultimi raffreddati da nuove prese d'aria NACA situate subito prima dei cerchi in lega posteriori.
Ne vennero vendute in totale 929 unità fino al 1981, quando la 512 BBi aggiornata aggiunse l'iniezione di carburante (senza aumento di potenza) a causa delle norme sulle emissioni sempre più severe.
Il design inconfondibile della Testarossa è segnato dalle prese laterali scanalate, progettate per ottimizzare il raffreddamento dei radiatori riposizionati nel posteriore
1984 - Ferrari Testarossa
La Testarossa ha rappresentato il passo avanti più significativo dalla 365 GT4 BB: con le sue notevoli prese d'aria laterali con alettatura protettiva e i parafanghi posteriori simili a spalline, divenne un simbolo degli eccessi degli anni '80. La scelta di far debuttare la Testarossa al nightclub Lido sugli Champs Élysées di Parigi fu quindi perfettamente azzeccata.
Il nuovo look creato da Pininfarina non era dettato esclusivamente dallo stile. Il motore era raffreddato da nuovi radiatori ad acqua situati vicino alle ruote posteriori, e non dietro i fari: un requisito funzionale che diede origine all'estetica caratteristica della Testarossa.
Anche il motore 12 cilindri piatto fu migliorato, in particolare con quattro valvole per cilindro. Al momento del lancio, nessun'altra auto sportiva di serie poteva competere con i suoi 390 cv.
Naturalmente, i coperchi delle teste cilindri erano verniciati in rosso in omaggio alle Testa Rossa in auge diversi decenni prima, ma la disposizione a 180° dei 12 cilindri li nascondeva nelle profondità del vano motore. La soluzione di Ferrari? Anche i collettori di aspirazione nella parte superiore del motore furono verniciati in rosso.
La principale novità della 512 TR furono i 428 cv, ma anche il telaio fu ampiamente rivisto
1991 - Ferrari 512 TR
Dopo la Testarossa, la 512 TR del 1991 ha rappresentato un'evoluzione discreta. Per migliorare l'aerodinamica, la carrozzeria era stata perfezionata con un nuovo frontale che richiamava quello della 348, mentre gli interni erano stati ridisegnati per offrire un comfort e un'ergonomia di livello superiore.
Tra le modifiche più significative spiccava il montaggio del cambio e del motore 12 cilindri piatto 30 mm più in basso sul telaio, che migliorava la distribuzione del peso. La TR presentava anche una carreggiata anteriore più larga e una posteriore più stretta, che miglioravano leggermente l'agilità, oltre a freni più grandi.
Con un incremento di 38 cv, che portava la potenza a 428 cv - grazie alle teste dei cilindri rivisitate, ai pistoni maggiorati e a un nuovo sistema di iniezione del carburante - la 512 TR esercitava un fascino particolarmente intenso su chi la guidava.
La F512 M fu l'ultima Ferrari con motore V12 piatto a montare fari a scomparsa, prima dell'arrivo della 550 Maranello
1994 - Ferrari F512 M
La F512 M - dove la M sta per "modificata" - rappresenta allo stesso tempo la fine e l'apice della stirpe dei 12 cilindri piatti. Il nuovo modello presentava fari carenati che miglioravano l'aerodinamica, un abitacolo perfezionato e prestazioni che raggiungevano 440 cv, potenza che nessuna Ferrari stradale con motore 12 cilindri piatto ha mai eguagliato.
Il suffisso "M" aggiunge inoltre una certa circolarità alla storia: era stato utilizzato per le auto sportive del Cavallino con motore 12 cilindri piatto dei primi anni '70, quando segnalava l'evoluzione della 512 S nella 512 M. Con la chiusura del capitolo delle vetture da strada, la F512 M rendeva omaggio alle proprie origini.
Ferrari tornò ai V12 anteriori-centrali con la successiva 550 Maranello, che era più veloce, più aerodinamica e più pratica della F512 M che sostituiva. Grazie ai progressi nei sistemi di sospensioni e controllo di trazione, offriva una guidabilità pari a quella di un modello a motore centrale.
È una stirpe che continua ancora oggi con la 12Cilindri, ma i modelli 12 cilindri piatti rimangono tra le Ferrari più iconiche di tutti i tempi.
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