Amnesty International – Sezione Italiana OdV

11/12/2025 | Press release | Distributed by Public on 11/12/2025 03:21

In Israele un disegno di legge discriminatorio sulla pena di morte

La Knesset (il parlamento israeliano) ha approvato in prima lettura, con 39 voti favorevoli e 16 contrari, un controverso emendamento alla legge penale che renderebbe obbligatoria per i tribunali l'imposizione della condanna a morte nei confronti di chiunque sia riconosciuto colpevole di aver ucciso una persona israeliana "intenzionalmente o per negligenza grave", se l'atto è motivato da "razzismo o ostilità verso il pubblico" e "commesso con l'obiettivo di danneggiare lo stato di Israele o la rinascita del popolo ebraico".

Erika Guevara Rosas, direttrice delle campagne e delle ricerche di Amnesty International, ha dichiarato:

"Non si può minimizzare quanto accaduto: la maggioranza di 39 membri della Knesset ha approvato in prima lettura un disegno di legge che, di fatto, obbliga i tribunali a imporre la pena di morte esclusivamente contro le persone palestinesi. Sebbene il testo non menzioni esplicitamente i palestinesi, l'elemento soggettivo richiesto per il reato in questione indica chiaramente che saranno loro le principali vittime, comprese quelle che avrebbero commesso i presunti reati prima dell'entrata in vigore della legge".

"I parlamentari della Knesset dovrebbero agire per abolire la pena di morte, non per estenderne l'applicazione. La pena di morte rappresenta la punizione più crudele, disumana e degradante, oltre che una negazione irreversibile del diritto alla vita. Non dovrebbe mai essere applicata, tanto meno usata come strumento discriminatorio di uccisione, dominio e oppressione sanciti dallo stato. La sua imposizione obbligatoria e l'applicazione retroattiva violerebbero i divieti sanciti dal diritto internazionale dei diritti umani e dagli standard relativi all'uso di questa pena".

"L'introduzione dell'obbligo per i tribunali di imporre la pena di morte nei confronti delle persone palestinesi rappresenta un passo indietro pericoloso e drammatico, frutto dell'impunità di sistema che caratterizza il sistema di apartheid di Israele e il suo genocidio nella Striscia di Gaza. Questo sviluppo non è avvenuto nel vuoto: si inserisce in un contesto di aumento drastico, negli ultimi dieci anni, delle uccisioni illegali di persone palestinesi, inclusi atti che equivalgono a esecuzioni extragiudiziali, e di un terribile incremento, dall'ottobre 2023, delle loro morti in carcere. Non solo questi atti restano quasi sempre impuniti, ma spesso ricevono legittimazione, sostegno e talvolta persino glorificazione. Tutto ciò avviene in un clima di incitamento alla violenza contro la popolazione palestinese, come dimostra l'aumento degli attacchi da parte dei coloni, appoggiati dallo stato, nel Territorio palestinese occupato, in particolare in Cisgiordania".

"È inoltre preoccupante che la legge autorizzi i tribunali militari a imporre condanne a morte nei confronti di civili senza possibilità di commutazione, soprattutto considerato il carattere iniquo dei processi portati avanti da questi tribunali, che hanno un tasso di condanne superiore al 99 per cento degli imputati palestinesi".

"Sulla carta, la legislazione israeliana ha finora limitato l'uso della pena di morte a crimini eccezionali, come il genocidio e i crimini contro l'umanità, e l'ultima esecuzione ordinata da un tribunale risale al 1962. Se approvato, questo disegno di legge non solo porrà Israele in contrasto con la tendenza globale verso l'abolizione della pena di morte, ma anche con l'obiettivo abolizionista sancito da un importante trattato internazionale ratificato da Israele nel 1991".

"La disposizione del disegno di legge secondo cui i tribunali dovrebbero imporre la pena di morte alle persone riconosciute colpevoli di omicidio motivato da ragioni nazionali 'con l'intento di danneggiare lo stato di Israele o la rinascita del popolo ebraico' è un'ulteriore e palese manifestazione della discriminazione istituzionalizzata nei confronti delle persone palestinesi, uno dei pilastri del sistema di apartheid israeliano, sia nella legge che nella pratica".

"La comunità internazionale deve esercitare la massima pressione sul governo israeliano affinché ritiri immediatamente questo disegno di legge e abolisca tutte le leggi e le pratiche che alimentano il sistema di apartheid contro le persone palestinesi. Le autorità israeliane devono garantire che le persone palestinesi detenute o condannate siano trattate in conformità con il diritto internazionale, incluso il divieto di tortura e maltrattamenti, e che godano delle garanzie di un equo processo. Devono inoltre adottare misure concrete per abolire la pena di morte per tutti i reati e per tutte le persone".

Amnesty International si oppone incondizionatamente alla pena di morte, senza eccezioni, indipendentemente dal reato, dalla colpevolezza o innocenza della persona o dal metodo utilizzato. Ad oggi, 113 paesi hanno abolito la pena di morte per tutti i reati, di cui sette a partire dal 2020.

Amnesty International – Sezione Italiana OdV published this content on November 12, 2025, and is solely responsible for the information contained herein. Distributed via Public Technologies (PUBT), unedited and unaltered, on November 12, 2025 at 09:22 UTC. If you believe the information included in the content is inaccurate or outdated and requires editing or removal, please contact us at [email protected]