08/14/2025 | News release | Archived content
L'Intelligenza Artificiale (IA) ha portato cambiamenti e innovazioni anche nel mondo del cinema, ne ha parlato il Prof Kevin Ben Lee, Professore straordinario presso la Facoltà di comunicazione, cultura e società dell'Università della Svizzera italiana (USI) ai microfoni di "Pardo tardi", il programma della RSI dedicato al Locarno Film Festival.
"La differenza tra il cinema tradizionale e quello basato sull'Intelligenza Artificiale è la stessa che c'è tra dipingere e scrivere - ha chiarito il Professor Kevin Ben Lee -. Tradizionalmente la post-produzione e i contenuti generati dal computer sono paragonabili a una sorta di dipinto, con centinaia di specialisti che ritoccano ogni parte dell'immagine. Oggi invece si possono scrivere prompt di testo complesse, cioè istruzioni che attingono a informazioni e dati, le quali interpretano le tue parole per generare un'inquadratura".
In Piazza Grande a Locarno si trova, ad esempio, uno schermo gigante sul quale sono proiettate delle immagini generate con l'IA: dei leopardi che si aggirano per la piazza e una cascata enorme.
Secondo il Professore dell'USI, utilizzare l'IA al giorno d'oggi permette, soprattutto, di risparmiare tempo e denaro. "Per sviluppare una storia prima erano necessarie settimane, ora invece il lavoro richiede solamente alcuni giorni. Sarà dunque possibile vedere più storie, prodotte più in fretta".
Il Professor Lee mette però in guardia sulla necessità di interrogarsi sulla reale convenienza di utilizzare gli strumenti offerti dall'IA: "Le possibilità creative e artistiche dell'Intelligenza Artificiale sono appena all'inizio, e ci vorrà del tempo per accordare ciò che desideriamo vedere e ciò che effettivamente vedremo. Per ora l'IA pesca dal suo archivio di immagini per creare mondi, e il risultato mi sembra più vicino alla pubblicità che al cinema. Vorrei che si spingesse l'IA verso territori più strani, audaci, persino disturbanti. A volte succede, soprattutto quando l'IA va in errore e fa ciò che non le chiediamo di fare".
Nella storia del cinema, non sarebbe la prima volta che da un errore nasce un capolavoro: "Quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario de "Lo squalo", una delle innovazioni principali del film, che nasce proprio da un problema tecnico: Spielberg usò cinque squali meccanici, ma la maggior parte non funzionava o funzionava male. Dovette quindi cambiare strategia e mostrare l'animale meno di quanto avrebbe voluto. Il film fa più paura così perché c'è un senso di angoscia costante. La morale è che quando la tecnologia ci tradisce, allo stesso tempo ci costringe ad essere più ingegnosi e a usare davvero il linguaggio del cinema oltre alla tecnica" ha concluso il Professor Lee.