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12/15/2025 | News release | Distributed by Public on 12/15/2025 10:18

Fiumi di parole (e di risorse) per i large language model

Fiumi di parole (e di risorse) per i large language model

  • 15 dicembre 2025

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Gli investimenti e l'entusiasmo per gli LLM sono davvero giustificati o rischiano di superarne il reale potenziale? Con Tiziano Leidi, Direttore dell'ISIN, un'analisi lucida di una tecnologia al centro dei prossimi Voxxed Days Ticino.

La quantità di testi, immagini e video prodotti dai large language model (LLM) potrebbe essere equivalente all'entusiasmo generato da questa nuova tecnologia. Basti pensare ai volumi degli investimenti degli ultimi anni, al moltiplicarsi di aziende e servizi e all'attenzione pubblica attorno a questo strumento di intelligenza artificiale. Sembra di trovarsi in una corsa a una velocità senza precedenti. Eppure, nel recente passato potremmo aver vissuto moti analoghi. È l'opinione di Tiziano Leidi, Direttore dell'Istituto sistemi informativi e networking della SUPSI.

"Per quanto rapide, credo che le tempistiche siano paragonabili a quelle osservate con internet o con il computer. In ambito di ricerca si stavano già sviluppando modelli di elaborazione del linguaggio naturale, ad esempio della famiglia di BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers, pubblicato da Google nel 2018). A livello di grande pubblico ovviamente è cambiato tutto con ChatGPT. È stato messo a disposizione un modello con capacità sufficienti per riuscire a interagirci a livello conversazionale. Sono passati solo pochi anni dalla sua uscita, ma la realtà è che c'è stato anche un lungo prima, ma soprattutto che ora c'è tutto un futuro davanti. Se osserviamo quanto gli strumenti basati sugli LLM ci consentono di fare e dove sono carenti, ci rendiamo conto che siamo ancora agli albori di un'evoluzione tecnologica che nei prossimi anni avrà molto da esprimere".


Tiziano Leidi, Direttore dell'Istituto sistemi informativi e networking della SUPSI

Di paragone in paragone: mentre realizziamo questa intervista (siamo a fine novembre 2025, al momento della presentazione dei trimestrali di grosse compagnie High Tech), più di un analista ha iniziato a parlare di una bolla speculativa sull'IA. Alcuni si spingono a paragonarla a quella delle dot-com che esplose nel 2000. Posto che la bolla si scopre solo quando esplode, è pur vero che il volume degli investimenti richiama alla memoria quanto avvenne oltre venticinque anni fa.

"Non sarei così precipitoso nel paragonare quanto sta accadendo con l'IA alla bolla delle dot-com. Ci sono probabilmente delle analogie, ma anche tante differenze. In generale c'è molto hype per l'IA, con investimenti che forse sono eccessivi rispetto allo stato della tecnica, come avvenne a fine anni '90. All'epoca si speculò molto su piccole start up che non avevano un prodotto reale e che non furono in grado di generare degli utili. Oggi la speculazione è concentrata sulle grosse aziende del settore che investono miliardi su una tecnologia con un potenziale enorme che si appoggia su un'infrastruttura hardware ad alte prestazioni. La base, insomma, è più solida e resiliente. Bisogna però riconoscere - ed è un'opinione piuttosto diffusa - che rispetto ai bisogni reali di chi usufruisce di questa tecnologia, i capitali che vengono spostati nella competizione fra grandi player sono esorbitanti. Credo che a un certo punto si dovrà passare per un movimento di correzione: se sarà con lo scoppio di una bolla o se ci sarà un ritorno graduale a un regime più sostenibile resta una domanda aperta".

In effetti è indubbio che prima o poi tutta questa eccitazione andrà scemando e l'effetto novità sarà seguita da una nuova fase in cui i LLM saranno una presenza normale e forse quasi scontata all'interno delle nostre vite.

"Siamo nel pieno dell'hype e di solito questa fase viene seguita da una di disillusion. C'è da domandarsi quanto questa disillusione degli utenti sarà profonda, ovvero: cosa succederà quando ci renderemo conto che numerose delle nostre aspettative non potranno essere soddisfatte con le tecnologie attuali; fino a che punto sapremo accontentarci di quello che le IA riescono effettivamente a fare? Le continue novità che vengono annunciate stanno esasperando sia gli eccessivi entusiasmi che i catastrofismi. Ritengo che ci siano opportunità e rischi. Occorre saper trovare una buona via di mezzo sfruttando il potenziale di miglioramento che queste tecnologie potrebbero avere sulle nostre vite".

Parlando delle novità che vengono annunciate: sono tante, sono frequenti ma l'impressione è che dopo aver avvicinato queste tecnologie al grande pubblico, non ci siano stati sviluppi della medesima portata.

"L'innovazione radicale è arrivata con il lancio di ChatGPT che ha sorpreso tutti per le sue qualità conversazionali. Da lì è cominciata quella che in inglese viene chiamata commoditization che significa che quel tipo di tecnologia oggi è standardizzata, uniformata. Ci sono state costanti novità nel suo impiego: dalla generazione di testi, si è passati alle immagini e ai video e ora sta arrivando al 3D. Di pari passo alla commoditization si sono iniziate a costruire delle architetture, come quelle ad agenti, in cui più modelli di linguaggio dialogano fra loro per produrre dei risultati in applicazioni sempre più concrete. In informatica, in particolare, stanno arrivando degli strumenti che permettono di creare una sinergia fra lo sviluppatore e l'IA, accelerando la produttività dello sviluppatore".

È dunque immaginabile che la parte di scrittura di codice - che è la prima immagine che spesso si associa agli sviluppatori - progressivamente diventerà sempre meno preponderante nel vostro lavoro?

"Oggi si valorizzano gli sviluppatori che hanno la capacità di concepire un prodotto, di ingegnerizzarlo, stabilendone i requisiti e le specifiche funzionali. Attraverso l'interazione con l'IA si avvia il processo di realizzazione dell'artefatto, con degli strumenti che fino all'altro giorno non avevamo a disposizione e che hanno la capacità di automatizzare tutta una serie di operazioni nel complesso processo dello sviluppo software. Secondo me, la vera natura di questa tecnologia è di affiancare lo sviluppo e aumentare la qualità del prodotto finale. Inoltre, l'IA facilita l'individuazione di errori nel codice, la gestione della sicurezza informatica e l'automazione dell'operatività in ambienti complessi. Quindi sì, lo sviluppatore che si limita a programmare sulla base di specifiche date, è una figura che a tendere potrebbe sparire".

Questo non significa che non ci sarà più la necessità di professionisti.

"Tutt'altro. Pensiamo alle app che abbiamo sul nostro telefonino, nei prossimi anni le vedremo trasformarsi. Il mondo dell'informatica è in costante evoluzione e cresce in complessità. Di conseguenza la necessità di professionisti continuerà a crescere. Gli sviluppatori dovranno però aggiornare le proprie competenze per tenere il passo con l'evoluzione tecnologica. I LLM oggi sono a disposizione di tutti e possono contribuire a innovazioni di prodotto. In tanti hanno intuito questa opportunità e si sono lanciati in nuove start up o stanno innovando i processi all'interno delle loro aziende. Chi non tiene il passo rischia di ritrovarsi escluso. Fa parte della natura stessa del mestiere dell'ingegnere. In SUPSI ci preoccupiamo di formare nuovi professionisti che abbiano un bagaglio di conoscenze aggiornate allo stato dell'arte e che abbiano l'impostazione mentale necessaria per interpretare al meglio l'evoluzione tecnologica".

Anche perché, per quanto potenti, i LLM di oggi non sono in grado di generare software di medie-grosse dimensioni pronti all'uso, se mai lo sapranno fare.

"Mi stupisco della capacità di questi modelli di linguaggio di riuscire a produrre delle soluzioni che quantomeno vanno nella direzione desiderata. Ma parliamo di soluzioni di relativamente piccola dimensione. L'essere umano ha un ruolo centrale nel processo di revisione e di feedback del risultato prodotto dai LLM. Nei sistemi ad alta complessità però è difficile ottenere risultati robusti senza la continua interazione fra uomo e macchina. Malgrado quello che molte aziende del settore dicono - che reputo siano soprattutto operazioni di marketing - ho seri dubbi che arriveremo rapidamente al punto di domandare all'IA di sviluppare un software per gestire compiti complessi e ci verrà restituito un prodotto finito. Se vogliamo fare un paragone: è immaginabile che un giorno non troppo distante nel futuro ci saranno dei robot capaci di costruire un ponte, ma ci sarà comunque la necessità di esseri umani che stabiliscano come questi robot devono comportarsi e assicurarsi che queste macchine portino effettivamente a termine e nella maniera corretta la costruzione. La connessione fra questi due mondi sarà l'arma vincente".

Facendo un viaggio a ritroso, quanto è cambiato il vostro lavoro con gli LLM?

"Nel novembre 2022, all'uscita di ChatGPT, alcuni ricercatori dell'Istituto hanno bussato alla mia porta, parlando di questo nuovo strumento. Sono passati tre anni e posso dire che ha cambiato notevolmente il nostro lavoro. Oltre a darci una mano in lavori di traduzione e correzione di testi, ci ha permesso di risparmiare tantissimo del tempo che prima passavamo nei forum alla ricerca di soluzioni che potessero risolvere un problema che ci trovavamo ad affrontare. Al netto di qualche allucinazione o piccolo errorino, il modello di linguaggio è uno strumento di ricerca avanzato estremamente efficace ed è sicuramente più rapido che passare ore all'interno di un forum, cercando una risposta. Con l'arrivo delle architetture ad agenti, che sono di estrema attualità, abbiamo iniziato a sfruttare questi strumenti soprattutto per la prototipizzazione iniziale di parti di applicazioni. Oggi certe attività piuttosto meccaniche le affidiamo al modello di linguaggio che genera centinaia di linee di codice già organizzate su cui, se necessario, si può intervenire".

"Da questo punto di vista ci aspettiamo che i LLM diventino sempre più capaci e a richiesta concretizzino porzioni di programma che però vanno integrate fra loro e supervisionate. Il processo di sviluppo software sarà inteso come un dialogo fra uomo e macchina. Esistono già strumenti che permettono di fare lo Spec-driven development (SDD), uno sviluppo basato su specifiche in cui lo sviluppatore descrive ciò che si aspetta che faccia il programma nelle sue parti e poi un po' per volta con il modello di linguaggio procede incrementalmente alla sua costruzione".

Riassumendo non sbagliamo nel dire che il mondo della programmazione sta vivendo un grande momento di cambiamento. Nella Svizzera italiana lo si sta già avvertendo?

"Il settore IT in Ticino è sempre stato rilevante ed è cresciuto negli anni. A realtà di medie dimensioni oggi se ne affiancano di più piccole, anche grazie all'avvento di soluzioni IA. Si sta cercando di cogliere questa opportunità per offrire nuove soluzioni. La community secondo me è estremamente attiva: ce ne rendiamo conto anche alla SUPSI per la richiesta di professionisti e per il numero di studentesse e studenti in crescita. Giovani che vedono un'opportunità professionale importante in questo ambito. Quello che non si è perso col tempo è la passione: troviamo ancora molti ragazzi mossi da un interesse per il mondo dell'ingegneria software che studiano per diventare dei professionisti fortemente qualificati".


Un momento dell'inaugurazione dei Voxxed Days Ticino dello scorso anno

Per la community un appuntamento importante per ritrovarsi sono i Voxxed Days che quest'anno si terranno venerdì 6 febbraio. Piatto forte gli LLM?

"I temi di questa nostra chiacchierata si ritroveranno anche ai Voxxed Days. Parleremo molto di nuovi strumenti di sviluppo che si appoggiano sui large language models. Manterremo quel legame fra passato e futuro, sia sui linguaggi di programmazione sia sulla cultura stessa del mondo IT. Abbiamo ricevuto moltissime submission di grande qualità e abbiamo deciso di aumentare il numero di talk. Oltre all'offerta non dobbiamo comunque dimenticare che i Voxxed Days sono un'occasione per incontrarsi e fare network e anche questo non mancherà".

*La copertina di questo articolo è stata realizzata con l'intelligenza artificiale.

SUPSI - Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana published this content on December 15, 2025, and is solely responsible for the information contained herein. Distributed via Public Technologies (PUBT), unedited and unaltered, on December 15, 2025 at 16:18 UTC. If you believe the information included in the content is inaccurate or outdated and requires editing or removal, please contact us at [email protected]