12/16/2025 | Press release | Distributed by Public on 12/16/2025 08:20
"Presso l'atrio dell'edificio della giunta regionale risulta attualmente esposta, oltre alla bandiera italiana, a quella dell'Unione europea e a quella regionale, anche la bandiera della pace, peraltro in posizione di rilievo, a destra delle altre: una scelta che appare in contrasto con le disposizioni del D.P.R. 7 aprile 2000 e con il principio di neutralità istituzionale".
A porre la questione è il consigliere di Fratelli d'Italia Priamo Bocchi, con un'interpellanza rivolta alla giunta e sottoscritta anche dai colleghi di partito Alberto Ferrero, Francesco Sassone, Nicola Marcello, Luca Pestelli, Alessandro Aragona, Ferdinando Pulitanò, Marta Evangelisti, Fausto Gianella, Giancarlo Tagliaferri, Annalisa Arletti. Nell'atto ispettivo si chiede pertanto alla giunta "se non ritenga opportuno disporre la rimozione di bandiere o simboli non istituzionali dagli spazi pubblici della Regione, al fine di conformarsi pienamente alla disciplina vigente".
"L'irregolarità risulta particolarmente evidente in occasione dell'esposizione, nei medesimi spazi, della Coppa Davis, dove la presenza della bandiera della pace accanto ai vessilli istituzionali ha generato confusione circa la natura ufficiale delle bandiere esposte - vanno avanti i consiglieri -. La Regione Emilia-Romagna, in quanto ente pubblico rappresentativo della collettività regionale, deve essere la prima a rispettare in modo rigoroso le normative vigenti e a dare esempio di correttezza istituzionale".
Da qui l'interpellanza alla giunta alla quale si chiede se tale esposizione sia stata deliberata o autorizzata formalmente e da quale organo o ufficio competente e quali iniziative intenda assumere per garantire, d'ora in avanti, il pieno rispetto della normativa e del principio di neutralità istituzionale nelle sedi regionali. "L'osservanza delle regole sull'uso dei simboli pubblici rappresenta una forma di rispetto verso i cittadini e le istituzioni democratiche", concludono da Fratelli d'Italia.
A rispondere in aula è la sottosegretaria Manuela Rontini che ha ribadito: "La bandiera della pace è esposta da decenni nell'atrio della sede di viale Aldo Moro, come impegno della giunta nell'affermazione dei valori della convivenza civile, del dialogo e della solidarietà tra comunità. Per ragioni logistiche è posta al margine del trittico, in ottemperanza alle disposizioni normative". "La bandiera della pace è riconosciuta come simbolo universale di inclusione e non esprime adesione a posizioni di parte - prosegue la sottosegretaria -. Richiama valori universalmente condivisi, il rispetto della dignità umana, la promozione della cooperazione, lo sviluppo sostenibile, la ricerca di soluzioni non violente ai conflitti. Aggiungo che mai avrei immagino che, in questa sede, ci venisse chiesto conto delle motivazioni che ci hanno portato a esporre la bandiera della pace".
"La risposta evidentemente non mi soddisfa - è la replica di Bocchi -. La sottosegretaria ha confermato il fatto che le bandiere non sono semplici pezzi di stoffa, ma hanno un significato e un senso ideologico. Se per la giunta questa bandiera rappresenta tutte queste cose, che vanno benissimo, allora ognuno può posizionarla in camera propria. Ma la bandiera della pace non è una bandiera che può unire tutti, perché contiene una visione culturale ben definita, una visione di famiglia e di società che non appartiene a tutti". "L'unica vera bandiera che ci rappresenta tutti è il tricolore", conclude Bocchi che, insieme a tutti i consiglieri di FdI, ha per alcuni secondi mostrato la bandiera italiana in aula.
(Brigida Miranda)