Amnesty International – Sezione Italiana OdV

11/14/2025 | Press release | Distributed by Public on 11/14/2025 03:31

Tunisia: escalation del governo contro le ong

Amnesty International ha dichiarato oggi che le autorità tunisine stanno incrementando le azioni repressive nei confronti delle persone che difendono i diritti umani e delle organizzazioni non governative (ong), attraverso arresti arbitrari, imprigionamenti, congelamenti dei beni, limitazioni alle operazioni bancarie e provvedimenti giudiziari sospensivi, il tutto ricorrendo al pretesto del contrasto ai "finanziamenti esteri sospetti" e trincerandosi dietro "interessi nazionali".

In uno sviluppo senza precedenti, sei operatori di ong e un difensore dei diritti umani del Consiglio tunisino per i rifugiati andranno a processo (la prima udienza, prevista il 16 ottobre, è stata rimandata al 24 novembre) per accuse derivanti unicamente dal loro legittimo lavoro in difesa delle persone richiedenti asilo e rifugiate.

Solo negli ultimi quattro mesi, almeno 14 ong tunisine e internazionali sono state destinatarie di un provvedimento giudiziario di sospensione delle attività per almeno 30 giorni. Nelle ultime tre settimane sono state colpite l'Associazione delle donne democratiche tunisine, il Forum tunisino per i diritti economici e sociali e la sezione tunisina dell'Organizzazione mondiale contro la tortura.

"Uno dei risultati più importanti della rivoluzione del 2011, il decreto legge 88 sulle associazioni, è in corso di smantellamento", ha dichiarato Erika Guevara Rosas, alta direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International.

A partire dal 2023 le autorità tunisine hanno spesso emesso dichiarazioni diffamatorie nei confronti delle ong che ricevono fondi dall'estero. Nel maggio 2024 il presidente Kais Saied ha accusato le ong che si occupano d'immigrazione di essere "traditrici" e "agenti stranieri" che cercano di far "insediare" migranti dell'Africa subsahariana.

Un giorno dopo quelle parole, la procura di Tunisi ha annunciato un'indagine contro le ong che forniscono "sostegno finanziario a migranti illegali". Nelle settimane successive le autorità hanno effettuato raid negli uffici di tre ong e avviato indagini sul bilancio e sulle attività di almeno 12 ong tunisine e internazionali che si occupano d'immigrazione.

La polizia ha arrestato otto tra direttori ed ex direttori del personale di quelle ong con l'accusa di "reati finanziari". Due delle tre ong sono sotto processo per reati inesistenti col rischio, in caso di condanna, di pesanti pene detentive.

Nel settembre 2024, poco prima delle elezioni presidenziali, il giro di vite si è esteso alle ong che si occupano di monitoraggio elettorale, corruzione e diritti umani. Un mese dopo il ministero delle Finanze ha avviato indagini su almeno dieci ong, compreso l'ufficio di Tunisi del Segretariato internazionale di Amnesty International. Contemporaneamente, ad almeno 20 ong sono state imposte indebite limitazioni nelle operazioni bancarie che hanno ostacolato il ricevimento di fondi dall'estero.

Detenzione in attesa del processo

Due dei tre imputati nel processo contro il personale del Consiglio tunisino per i rifugiati (il fondatore e direttore Mustapha Djemali e il direttore dei progetti Abderrazek Krimi) sono detenuti arbitrariamente in attesa del processo dal maggio 2024. Insieme a loro sono imputati altri quattro operatori della stessa ong, tutti per "aver costituito un'organizzazione per favorire gli ingressi clandestini" e "aver fornito ospitalità" a questi ultimi, reati che comportano fino a 13 anni di carcere.

Un secondo caso giudiziario riguarda tre operatori della sezione tunisina dell'ong francese per i diritti dei migranti Terra d'asilo - Sherifa Riahi, Yadh Bousseimi e Mohamed Joo - che andranno a processo il 15 dicembre per le false accuse di "aver fornito ospitalità a persone in entrata o in uscita dal territorio" e "aver favorito l'ingresso, l'uscita, il movimento o la permanenza irregolari di uno straniero". Nel rinvio a giudizio che ha chiuso le indagini, il giudice ha citato una presunta "società civile sostenuta dall'Europa che intende promuovere l'integrazione economica e sociale di migranti irregolari in Tunisia e il loro insediamento permanente" nel paese.

Tra le altre ong sotto inchiesta per inesistenti "reati finanziari" figurano Bambine e bambini della luna e l'antirazzista Mnemty, i cui rappresentanti legali sono stati in carcere per mesi tra il 2023 e il 2024. Fino al 12 dicembre 2024 è rimasta in carcere per gli stessi motivi anche Salwa Ghrissa, direttrice dell'Associazione per la promozione del diritto alla differenza.

La repressione si allarga

Nel settembre 2024 la commissione elettorale ha negato l'accredito a due autorevoli ong di monitoraggio, Mourakiboun e Iwatch, per "finanziamenti esteri sospetti". Nel giro di due settimane sono stati congelati i loro conti bancari.

Dall'ottobre 2024 l'Unità anti-evasione fiscale ha avviati indagini contro almeno 11 ong, tra le quali l'ufficio tunisino di Amnesty International, il cui presidente e due funzionari sono stati convocati per interrogatori durante i quali è stato chiesto di fornire documentazione pluriennale relativa ai bilanci. Nell'ottobre 2025 un'analoga indagine è stata aperta dalla sezione crimini finanziari della polizia di Gorjani.

Nel luglio 2025 un'analoga richiesta di fornire dati contabili è stata fatta al Forum tunisino per i diritti economici e sociali. La polizia di Gorjani ha posto sotto indagine ulteriori ong e organizzazioni giornalistiche per "finanziamenti esteri sospetti", malcondotta finanziaria, riciclaggio di denaro e altri reati.

Il 21 ottobre 2025 il quotidiano filogovernativo Al Chourouk ha riferito di un'indagine su decine di associazioni circa fondi ricevuti dalle Open Society Foundations.

Provvedimenti di sospensione delle attività

Tra luglio e novembre del 2025 14 ong sono state raggiunte da provvedimenti giudiziari di sospensione delle attività per una durata di 30 giorni ai sensi dell'articolo 45 del decreto legge 88 che concerne specifiche violazioni nella gestione dei fondi e nella reportistica finanziaria.

L'articolo prevede che il provvedimento di sospensione sia preceduto da una comunicazione scritta che dà 30 giorni di tempo per rettificare quanto necessario, ma molte delle 14 ong non l'hanno ricevuta. Questo provvedimento significa, ad esempio, chiudere per un mese i rifugi anti-violenza per le donne sottoposte a violenza domestica.

Proseguono nel frattempo le campagne diffamatorie. L'11 ottobre 2025 un gruppo di 25 ong ha emesso una dichiarazione a sostegno degli abitanti di Gabés, che denunciano i danni alla salute causati da una fabbrica statale di sostanze chimiche. Immediatamente dopo le piattaforme social e i mezzi d'informazione vicini al presidente Saied hanno accusato le 25 ong di essere "mercenarie", "agenti stranieri", "corrotte" e "traditrici".

Ostacoli alle operazioni bancarie e al legittimo ricevimento di finanziamenti

Dall'ottobre del 2024 le ong stanno subendo ostacoli indebiti e ritardi nelle operazioni bancarie relative al ricevimento di finanziamenti dall'estero: 20 ong hanno riferito che le loro banche hanno rifiutato di lavorare i trasferimenti o hanno rimandato indietro i fondi ai soggetti donatori. Almeno due banche hanno chiuso i conti delle ong senza alcuna giustificazione e diverse ong hanno difficoltà ad aprire nuovi conti bancari o, a causa dell'onerosa documentazione richiesta, subiscono ritardi di settimane.

"Questa persecuzione amministrativa giudiziaria ha creato un clima di paura, soffocando lo spazio civico e limitando i diritti alla libertà d'associazione e alla libertà d'espressione. Le autorità tunisine devono immediatamente agire per rispettare i diritti umani, consentire alle ong di portare avanti le loro attività in favore dei diritti umani, proteggere le persone che difendono i diritti umani e gli operatori umanitari, annullare i provvedimenti sospensivi e i congelamenti dei conti bancari", ha concluso Guevara Rosas.

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