09/01/2025 | News release | Distributed by Public on 09/01/2025 06:03
Lunedì, 01. settembre 2025 Da: Redazione
Venerdì 29 agosto, sotto un cielo grigio, centinaia di persone si sono radunate davanti alla stazione di Mendrisio per protestare contro il piano di ristrutturazione di FFS Cargo, che prevede la chiusura di otto terminal merci in Svizzera - tra cui Cadenazzo e Lugano-Vedeggio - con la conseguente perdita di decine di posti di lavoro in Ticino.
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La manifestazione, promossa dal Comitato ticinese contro lo smantellamento di FFS Cargo, ha riunito un fronte ampio e compatto: sindacati, lavoratrici e lavoratori, associazioni ambientaliste, rappresentanti politici e istituzionali, affiancati anche da figure nazionali dell'USS e del SEV. Tutti hanno ribadito con forza che il trasporto merci su rotaia è un servizio pubblico strategico per l'economia e per l'ambiente, non un'attività da sacrificare alle logiche di mercato.
Le rivendicazioni portate in piazza sono chiare: difesa dei posti di lavoro, stop allo smantellamento dei terminal, riconoscimento del trasporto merci come servizio pubblico da finanziare adeguatamente, revisione della tassa sul traffico pesante per favorire la rotaia e maggiori investimenti pubblici nelle infrastrutture logistiche. Centrale anche l'allarme ambientale: lo spostamento delle merci dalla rotaia alla strada significherebbe fino a 100'000 camion in più ogni anno sulle strade ticinesi, con gravi conseguenze per traffico, salute e clima.
I sindacati hanno denunciato la scelta delle FFS come un arretramento storico, capace di cancellare trent'anni di politiche di trasferimento dalla strada alla rotaia. Il comitato, dal canto suo, ha sollecitato un impegno concreto anche dalle autorità cantonali e federali.
Dal corteo è emerso un messaggio netto: difendere lavoro, ambiente e volontà popolare significa difendere FFS Cargo e il suo ruolo pubblico nella mobilità sostenibile.