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11/20/2024 | Press release | Distributed by Public on 11/20/2024 07:42

Risultati dello studio riguardante il passaggio dall’esercito al servizio civile

Il Consiglio federale

Berna, 20.11.2024 - L'anno scorso l'Aggruppamento Difesa, in collaborazione con l'Ufficio federale del servizio civile (CIVI), ha sottoposto ad analisi i motivi che, oltre al conflitto di coscienza, portano le persone a passare al servizio civile. Nella sua seduta del 20 novembre 2024 il Consiglio federale è stato informato in merito ai risultati.

Ogni anno circa 11 000 persone soggette all'obbligo di prestare servizio militare lasciano l'esercito prima di aver adempiuto il proprio obbligo di prestare servizio. Attualmente oltre il 60 per cento di queste persone passa al servizio civile. Per comprenderne meglio i motivi e adottare misure efficaci volte a garantire gli effettivi dell'esercito, il DDPS (Aggruppamento Difesa), in collaborazione con il DEFR (CIVI), ha commissionato uno studio. Il conflitto di coscienza non è stato oggetto dello studio. La soluzione della prova dell'atto nel servizio civile non è messa in discussione. Sono stati analizzati i motivi che oltre al conflitto di coscienza favoriscono il passaggio al servizio civile.

Lo studio è stato condotto dall'istituto di ricerca esterno Interface Politikstudien Forschung Beratung AG. I lavori sono stati accompagnati sul piano specialistico da un team paritetico composto da rappresentanti dell'Aggruppamento Difesa e dell'Ufficio federale del servizio civile.

Sondaggio online tra le persone soggette al servizio civile e i militari

La parte principale del lavoro di ricerca è stato un sondaggio online, al quale hanno partecipato volontariamente 3268 persone soggette al servizio civile e 1066 militari. Successivamente, dei colloqui con alcuni focus group hanno permesso di validare i risultati, approfondire le ragioni più importanti del passaggio al servizio civile e discutere i possibili approcci per l'ulteriore sviluppo dell'esercito.

Le sfide: utilità e conciliabilità con la vita civile

Rispetto al servizio civile, un impiego nell'esercito è percepito come meno utile. Solo il 48 per cento dei civilisti ritiene che il servizio militare offra attività interessanti. Per oltre tre quarti delle persone soggette al servizio civile intervistate, la mancanza di utilità percepita è stata un motivo, oltre al conflitto di coscienza, per presentare la domanda di passaggio al servizio civile. Il servizio civile e le sue attività, invece, sono considerati utili da oltre due terzi dei militari intervistati e più del 95 per cento dei civilisti.

Inoltre l'85 per cento delle persone soggette al servizio civile con esperienza in ambito militare percepisce il servizio militare come meno conciliabile con la vita civile. Al contrario, oltre il 90 per cento dei civilisti ritiene che i propri impieghi siano ben conciliabili con la vita privata. Per molte persone intervistate la mancanza di conciliabilità è stata uno dei motivi del cambiamento, soprattutto per chi dopo la scuola reclute ha deciso di passare al servizio civile.

L'obbligo di avanzamento riduce l'attrattiva

Anche l'obbligo di avanzamento contribuisce alla riduzione dell'attrattiva del servizio militare. Tale motivo è stato indicato come particolarmente importante dalle persone che sono passate al servizio civile durante la scuola reclute.

Oltre la metà dei civilisti con esperienza in ambito militare ha avuto difficoltà con lo stile di condotta e le strutture gerarchiche nel militare e/o ha avuto esperienze di servizio negative. Circa un quarto di loro ha ritenuto che lo stress psicologico durante la scuola reclute fosse troppo elevato o ha dichiarato di aver subito discriminazioni nell'esercito. Gli intervistati hanno considerato in parte poco sensati e poco appropriati anche i contenuti e la metodologia dell'istruzione nell'esercito.

Valutazione delle raccomandazioni del rapporto

Nel rapporto finale dello studio, l'azienda Interface Politikstudien Forschung Beratung AG formula raccomandazioni volte a ridurre il numero di persone che passano al servizio civile per motivi che esulano dai conflitti di coscienza.

Ad esempio, l'esercito dovrebbe comunicare meglio e illustrare in modo pratico la sua utilità e il suo obiettivo. Altre raccomandazioni mirano a rendere più attrattive la carriera di quadro e l'istruzione. Tali raccomandazioni vengono ora analizzate nel DDPS e valutate in vista di una possibile attuazione, oltre alle misure già adottate.

Queste attività avvengono parallelamente al trattamento della mozione 22.3055, che chiede di contrastare le domande di ammissione motivate essenzialmente da ragioni diverse dai conflitti di coscienza. Da marzo a giugno 2024 il Consiglio federale ha posto in consultazione sei misure in risposta alla mozione. I risultati e il messaggio sulla modifica della legge sul servizio civile verranno presentati al Consiglio federale nel primo trimestre del 2025.

Indirizzo cui rivolgere domande

Comunicazione Difesa:
Mathias Volken
Portavoce dell'esercito
+41 58 488 90 96

Comunicazione Ufficio federale del servizio civile CIVI:
+41 58 467 41 44
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