05/07/2025 | News release | Distributed by Public on 05/07/2025 06:50
Ogni giorno salta fuori un nuovo chatbot che differisce per alcune caratteristiche (promette funzionalità diverse) rispetto a quelli già esistenti. Vediamo però, più nel dettaglio, quali sono i sei più diffusi attualmente e come sono fatti.
ChatGPT
Il più famoso e più utilizzato tra i chatbot odierni è ChatGPT, sviluppato dall'americana OpenAI. Mantiene in memoria la cronologia delle conversazioni, da cui volendo si possono eliminare singoli elementi. Offre una versione gratuita e una "Pro" a pagamento, che utilizza un modello computazionale più avanzato; per la maggior parte degli utenti la versione gratuita è più che sufficiente, ma presenta un limite al numero di domande che gli si possono rivolgere in un giorno. Integra al suo interno anche le capacità di Dall-E, un creatore di immagini specializzato (anche questo di uso limitato per gli utenti della versione gratuita). È molto aggiornato e in grado di effettuare ricerche sul web, per fornire risposte anche ai quesiti di più stretta attualità. Ha un'app per iOS e Android.
Copilot
Sviluppato da Microsoft, Copilot ha un funzionamento molto simile a ChatGPT. Tra le principali differenze: non conserva in memoria la cronologia delle conversazioni passate e non ha limiti di utilizzo. Inoltre può lavorare in sinergia con programmi Microsoft classici come Word, Excel, PowerPoint e Teams per scrivere documenti, analizzare dati o creare presentazioni, e può anche gestire email e calendari all'interno di Outlook. Nelle nostre prove si è comportato bene con i quesiti di attualità, grazie all'integrazione con le funzioni di ricerca sul web tradizionale. Interessante il fatto che aggiunga note a piè pagina, per aggiungere affidabilità alle sue risposte (l'incertezza sull'affidabilità delle risposte è attualmente uno dei principali problemi dei chatbot AI). Offre anche la versione Pro a pagamento.
DeepSeek
Sviluppato dall'omonima azienda cinese, DeepSeek è il chatbot che ha cambiato le carte in tavola, grazie al suo impiego di risorse più contenuto rispetto a ChatGPT. È finito nel mirino del nostro Garante della privacy per via di problematiche nel trattamento dei dati degli utenti, ragion per cui attualmente in Italia è utilizzabile solo tramite il sito mentre l'app non è disponibile per essere installata sui nostri telefoni. Rispetto a ChatGpt attualmente le sue funzionalità sono più limitate: non crea immagini, non sa interpretarle (ma è in grado di estrarre testo da un'immagine caricata), non consente conversazioni vocali e nonostante possieda la funzionalità di ricerca su web nel periodo in cui abbiamo fatto le prove non funzionava e dunque i risultati non erano aggiornati. Non risponde a domande relative ad argomenti delicati per il governo cinese.
Gemini
Sviluppato da Google, Gemini presenta un'interfaccia "classica" a finestre di testo, ma con l'app lo si può anche usare in modalità conversazione: gli si può parlare e risponderà a voce. Non ha limiti al numero di domande che si possono porre. Sta per essere integrato con gli altri strumenti del gigante californiano: è accessibile dalla barra degli indirizzi di Google Chrome scrivendo "@Gemini", per le sue risposte sa utilizzare Google Maps o YouTube, se lo autorizziamo può accedere a Gmail e fare un riassunto delle mail che abbiamo ricevuto. Ora è stato integrato nei risultati delle classiche ricerche su Google, attraverso la funzione "AI Overview". Attualmente evita ogni riferimento politico, non rispondendo nemmeno a domande del tutto innocue come "Chi è il presidente della Repubblica italiana?". Ha anche una versione Advanced a pagamento, che svolge compiti più complessi.
Grok
Il chatbot che più si distingue dagli altri, per via della sua integrazione con il social network X (l'ex Twitter) è Grok. Vi si accede cliccando sul simbolo di Grok dalla homepage di X. Oltre all'uso normale, è interessante l'uso applicato a X: gli si può chiedere un'analisi di un qualunque utente del social e se ne otterrà un breve riassunto. Per un breve periodo è stato disponibile anche un analogo pulsante "explain this post", che cercava di spiegare e contestualizzare il contenuto di un tweet. Nel momento in cui scriviamo questa funzionalità non è più disponibile direttamente come opzione, ma si può ottenere un risultato simile commentando un post scrivendo "@grok" e aggiungendo la propria domanda. Non accetta input audio (ovvero: non si può dargli comandi a voce, bisogna scrivergli) e ha un limite di utilizzo di 15 domande ogni due ore.
Da qualche settimana, su WhatsApp di tantissimi utenti è comparsa un'icona circolare blu, verde e viola nella schermata principale: è Meta AI ed è l'assistente virtuale basato sull'intelligenza artificiale di Meta (proprietaria anche di Facebook e Instagram). Permette di fare domande, ricevere consigli, traduzioni, spiegazioni e suggerimenti in tempo reale, anche nei gruppi se taggata con @MetaAI. Non legge le chat private, che restano protette dalla crittografia. Attualmente non può essere né scaricata né rimossa manualmente. L'attivazione avviene automaticamente con gli aggiornamenti dell'app e le funzioni più avanzate (generazione di immagini o modifica di contenuti), non sono ancora disponibili in Italia. Se non vuoi usarla, puoi semplicemente ignorarla senza conseguenze: basta non interagire con l'icona e non menzionarla nelle conversazioni.
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