Ministry of the Interior of the Italian Republic

07/10/2025 | Press release | Distributed by Public on 07/10/2025 00:51

«Incidente diplomatico ma l'Italia non è coinvolta. Tornerò per rinsaldare la nostra collaborazione»

10 Luglio 2025
Tema
Sicurezza
Immigrazione e asilo
Territorio
Intervista del ministro Piantedosi al quotidiano Corriere della sera

«A Bengasi caso diplomatico. Ma la collaborazione resta». Un «cortocircuito protocollare». Ecco come il ministro Matteo Piantedosi spiega il caso Libia. «Nessun respingimento, ma una riunione annullata. Un errore ingigantire, la collaborazione resta».

di Fiorenza Sarzanini

Ministro Piantedosi vuole spiegare che cosa è successo a Bengasi?
«È stato un corto circuito protocollare che riguardava la composizione delle delegazioni che dovevano incontrarsi. Ma non ha coinvolto l'Italia».

Le autorità libiche hanno detto che la delegazione europea è stata «respinta».
«No, nessun respingimento ma più concretamente un annullamento della riunione all'ultimo momento».

Sta minimizzando?
«Al contrario, posso dire che non è un incidente da poco ed è soprattutto una occasione perduta: sarebbe stata la prima volta di una visita in Cirenaica di una delegazione guidata dalla Commissione Europea. Però credo che non vadano neanche ingigantite le possibili conseguenze, perché certamente su questo peseranno i buoni rapporti che i Paesi europei hanno con quella parte della Libia».

La discussione è nata quando il rappresentante dell'UE Nicola Orlando ha detto che non erano consentite foto della delegazione europea con quella libica. Se erano inopportune non era meglio evitare di andare lì?
«Personalmente, a nome del Governo italiano, sono stato più volte a Tripoli come in Cirenaica ed ho sempre svolto incontri proficui di cui sono stato soddisfatto. Ci sono stati vari incontri anche qui al Viminale di cui esistono foto e riprese. Non ho mai posto questioni sulla composizione delle delegazioni altrui».

L'opposizione la accusa di essersi fatto umiliare.
«Credo che sia un modo semplicistico e un po' provinciale di compiacersi di quello che sicuramente è stato un incidente diplomatico che però, lo ripeto, non è attribuibile in alcun modo alla delegazione italiana. Noi consideriamo di grande importanza la collaborazione che stiamo consolidando con entrambe le parti libiche. Andremo avanti e questa sarà la migliore risposta a ogni illazione circa il rispetto e l'interesse che il nostro governo riscuote da quelle parti».

Era una missione europea, ma come è possibile che non sia stato dato peso alla sua presenza, addirittura ritenendola persona non gradita?
«In questa occasione facevo parte, con convinzione, della delegazione europea. La Commissione europea ha denominato la missione "Team Europe". Qualsiasi eventuale differenziazione della mia posizione sarebbe stata quantomeno inopportuna ed è evidente che nessuno l'ha ricercata».

Che cosa succederà adesso? Ha concordato una linea con la presidente Meloni?
«Su dossier così importanti, come quello libico, l'azione del governo è sempre corale e coordinata. Dopo anni di colpevole disinteresse ed una inerzia pressoché totale, ribadisco che questo governo intrattiene, con entrambe le parti libiche, eccellenti rapporti che sono la migliore garanzia della prosecuzione di una collaborazione già proficua ed efficace. Tornerò presto in Libia, per rinsaldare ulteriormente la nostra collaborazione».

È accaduto più volte che nei momenti di crisi i libici abbiano agevolato le partenze verso l'Italia. Teme che anche questa volta avremo un'ondata migratoria massiccia?
«Non ho nessun motivo per crederlo, anzi. Posso testimoniare la straordinaria collaborazione che le autorità della Libia, così come quelle della Tunisia, stanno dimostrando sul fronte del contrasto al traffico di esseri umani e del sostegno ai rimpatri volontari assistiti».

In realtà i dati dicono che rispetto all'anno scorso c'è un'inversione di tendenza sugli arrivi in Italia.
«Non per contraddire, ma anche quest'anno abbiamo dati che restituiscono un quadro di crescente efficacia della collaborazione. I numeri del 2025 ci dicono che gli sbarchi sono ampiamente al di sotto di quando abbiamo sostanzialmente cominciato nel 2023, addirittura una riduzione del 51 per cento. E a questo vorrei aggiungere che aumentano sia i recuperi in mare, sia i rimpatri volontari assistiti fatti direttamente dai libici».

C'è chi ritiene il provvedimento preso ieri una ritorsione. C'è qualche patto che non abbiamo rispettato?
«Illazioni destituite di fondamento. Come le ho detto, per quanto molto serio, è stato solo un incidente diplomatico non nostro».

Quanto pesa il caso Almasri nei rapporti con Haftar?
«Assolutamente nulla. Come ho più volte detto, il signor Almasri non è stato mai un nostro interlocutore, né mai conosciuto. Men che meno per quello che riguarda la Cirenaica del generale Haftar».

Ieri le autorità libiche hanno messo sotto accusa Almasri mentre l'Italia lo ha lasciato libero riportandolo in patria con un aereo di Stato. Continua a credere che non sia stato un errore?
«Ho già spiegato quattro volte in Parlamento i motivi di tutela dell'interesse nazionale e di protezione dei nostri cittadini che hanno ispirato quella decisione».

Gli atti raccolti dal Tribunale dei ministri dimostrano che il Governo sapeva sin da subito che cosa era accaduto, mentre il ministro Nordio lo aveva negato. Le opposizioni invitano il Guardasigilli a dimettersi. Un passo indietro toglierebbe il Governo dall'imbarazzo?
«Carlo Nordio è un grande ministro, con un ruolo tra i più importanti del nostro governo e io sono orgoglioso della sua amicizia. È fortemente impegnato su temi e riforme epocali che lo hanno reso obiettivo principale delle opposizioni che, peraltro, fanno il loro mestiere. Anche lui ha già più volte riferito in Parlamento fatti e circostanze che non possono essere semplicisticamente contraddetti da indiscrezioni e illazioni. La prosecuzione degli accertamenti sulla vicenda dimostrerà presto come tutti noi ci siamo mossi nell'esclusivo fine dell'interesse pubblico che compete alle rispettive funzioni ministeriali».

Chi
Matteo Piantedosi
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