ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

05/02/2025 | Press release | Distributed by Public on 05/03/2025 06:42

USA: il caso Waltz e le due anime del trumpismo

A poco più di 100 giorni dall'insediamento, le dimissioni di Mike Waltz, Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, sono la prima vera scossa di terremoto all'interno del team di politica estera e difesa dell'amministrazione Trump 2.0. Le sue azioni erano crollate dopo aver accidentalmente incluso Jeffrey Goldberg, direttore della rivista The Atlantic, in una chat di gruppo su Signal per discutere di delicate operazioni militari in Yemen. "Sono lieto di annunciare che nominerò Mike Waltz prossimo ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. Fin dalla sua esperienza in uniforme sul campo di battaglia, al Congresso e come mio Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Mike Waltz ha lavorato duramente per mettere al primo posto gli interessi della nostra nazione", ha scritto Trump su Truth, presentando come una promozione quella che di fatto è una retrocessione. L'incarico di Consigliere per la sicurezza ad interim passerà a Marco Rubio, già Segretario di Stato, Amministratore facente funzione dell'Agenzia USAid e supervisore degli Archivi Nazionali. Rubio "Segretario di tutto" ironizza oggi il New YorkTimes, interrogandosi su come l'ex senatore della Florida, ora a capo di quattro organi governativi, potrà svolgere in contemporanea incarichi così delicati e cruciali.

Accordo con Kiev sui minerali?

Quel che è certo è che Rubio si troverà a guidare la diplomazia Usa e a consigliare il presidente americano sulla sicurezza nazionale in un momento in cui l'amministrazione si trova ad affrontare non poche sfide di politica estera: le guerre in Ucraina e a Gaza, il delicato negoziato sul programma nucleare iraniano, il confronto con la Cina e un'economia mondiale prostrata dall'incertezza, nel mezzo della guerra tariffaria globale innescata da Trump. Appena 24 ore fa Kiev e Washington hanno finalmente sottoscritto l'intesa sui minerali rari dopo numerosi annunci caduti nel vuoto. Entrambe le parti hanno applaudito l'accordo. Scott Bessent, segretario al Tesoro degli Stati Uniti, ha dichiarato che gli Stati Uniti sono "impegnati a contribuire a facilitare la fine di questa guerra crudele e insensata", aggiungendo che l'accordo "segnala chiaramente alla Russia che l'amministrazione Trump è impegnata in un processo di pace incentrato su un'Ucraina libera, sovrana e prospera nel lungo periodo". Il raggiungimento dell'intesa, che assicura al Paese in guerra con la Russia aiuti americani in cambio dell'utilizzo di risorse minerarie, arriva mentre Trump sta provando a mediare, finora senza successo, tra Kiev e Mosca.

Le due anime del GOP?

Nei primi 100 giorni del suo secondo mandato, la politica estera dell'amministrazione Trump ha oscillato tra retorica conciliante e toni minacciosi. Un andamento che riflette le due anime presenti all'interno dell'esecutivo: da un lato una corrente isolazionista e anti-globalista, espressione della destra Maga; dall'altro, una linea più vicina alle posizioni neo-conservatrici dell'establishment repubblicano, interventista e internazionalista, rappresentata da figure come Mike Waltz. L'ex Berretto Verde, già collaboratore di Dick Cheney, si era adattato al programma trumpiano, ma aveva più volte ribadito la necessità di sanzioni severe contro la Russia, qualora non avesse accettato di negoziare sull'Ucraina e, come rivelato dalla chat su Signal, era tra i principali sostenitori degli attacchi contro i ribelli Houthi in Yemen. Un atteggiamento da "falco" che, secondo buona parte degli osservatori americani, gli sarebbe valso la diffidenza dell'ala populista Maga del trumpismo. Le sue opinioni tradizionalmente aggressive in materia di sicurezza nazionale avrebbero alimentato frizioni con il capo dello staff della Casa Bianca, Susie Wiles, portandolo - insieme al suo vice, Alex Wong - nel mirino dell'agitatrice di destra Laura Loomer, che oggi su X sembra rivendicare la rimozione di Waltz come una vittoria personale.

Una vittoria per la base Maga?

La domanda che ora in molti si pongono è se Trump, estromettendo il suo Consigliere per la Sicurezza Nazionale, abbia compiuto un passo che lo allontana ulteriormente dall'establishment repubblicano - e dunque dai sostenitori dell'Ucraina e di un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti in Europa. Alcuni osservatori e alleati sembrano pensarla così: "L'espulsione di Waltz era pressoché inevitabile. Ma il licenziamento di Alex Wong, un falco incallito, già collaboratore di Tom Cotton e Mitt Romney, segnala un rimpasto ideologico ben più ampio", ha scritto su X Curt Mills, direttore esecutivo della rivista The American Conservative. I cambiamenti in corso, oltre a certificare l'ascesa di Marco Rubio nell'inner circle trumpiano, consolidano il ruolo di Steve Witkoff - miliardario, investitore immobiliare, compagno di golf del presidente e oggi suo inviato speciale in giro per il mondo - come uno dei principali consiglieri di politica estera di Trump. Witkoff agisce già da Segretario di Stato ombra, incontrando personalmente leader stranieri per conto del presidente, nonostante la sua scarsa esperienza diplomatica. Di certo, chiunque sarà chiamato a entrare nel team o a subentrare a Rubio nella guida del National Security Council, potrà dare per certo che Laura Loomer sarà lì a vigilare. "Il controllo è importante", ha scritto su X dopo la diffusione della notizia. "Non dimenticarlo mai".

Il commento

Di Mario Del Pero, ISPI e Sciences Po

"Almeno dagli anni Sessanta, da quando Kennedy nominò McGeorge Bundy, il ruolo di Consigliere per la Sicurezza Nazionale (CSN) si è fatto molto importante. Consigliere speciale del Presidente che non è membro del Gabinetto, e non passa attraverso l'iter della ratifica al Senato, il CSN agisce da coordinatore di tutti i soggetti coinvolti nella politica estera e di sicurezza. Ma può servire al Presidente anche per centralizzare il processo decisionale, marginalizzando altri attori a partire dal Dipartimento di Stato (fu questo il caso di Nixon e Kissinger a cavallo tra anni Sessanta e Settanta). Nella sua prima amministrazione, Trump cambiò ben quattro Consiglieri per la Sicurezza Nazionale (Flynn, McMaster, Bolton, O'Brien), parte di un turnover caotico che caratterizzò quegli anni. Ora si aggiunge Mike Waltz. Punito forse per lo scandalo delle chat su Signal; ma anche figura che da quanto trapela aveva cercato di costruire uno staff indipendente, competente e meno allineato alla linea più radicale di un Presidente che non sembra avere bisogno di consiglieri speciali per esercitare controllo pieno e assoluto sulle politiche della sua amministrazione".

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