Federcasse Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo Casse Rurali ed Artigiane

10/04/2025 | News release | Distributed by Public on 10/04/2025 08:08

FNEC25. Presentata la ricerca “Democrazia Aumentata. AI, Intelligenza relazionale e nuove architetture del consenso”

E' possibile usare le nuove tecnologie, ed in particolare l'intelligenza artificiale per raggiungere l'obiettivo contrario di creare consenso su temi divisivi tra persone con visioni opposte?

A questa domanda si è cercato di rispondere nell'elaborazione di un lavoro di ricerca innovativo e di un paper scientifico dal titolo "Democrazia aumentata: AI, Intelligenza relazionale e nuove architetture del consenso", che è stato elaborato da Enrico Fagnoni e Giovanni Cerase con il supporto delle organizzazioni promotrici del Festival Nazionale dell'Economia Civile.

Presentato nel corso del panel della terza giornata del Festival, "L'opinione pubblica tra intelligenza artificiale e relazionale", con Nando Pagnoncelli (Presidente IPSOS) e Stefano Quintarelli (Presidente Ass. Copernicani ETS).

La ricerca sottolinea come sia cambiato il modo di formare consenso nell'era dell'intelligenza artificiale e, contestualmente, quali rischi comporta un uso distorto delle tecnologie che modellano l'opinione pubblica.

E' stato costruito un campione rappresentativo del nostro paese di agenti virtuali e dato loro affermazioni su temi divisivi come diseguaglianze, transizione ecologica e migrazioni verificando un consenso basso. Con un processo iterativo gestito dall'AI, gli agenti virtuali iniziano a dibattere ed arrivano rapidamente a coniugare nuove affermazioni sulle quali il consenso è massimo. Per verificare fuori dal laboratorio se la capacità di AI di creare consenso vale tra le persone reali è stato somministrato ad un campione IPSOS che riproduce le caratteristiche di quello virtuale le stesse affermazioni (quelle divisive di partenza e quelle finali col massimo consenso nel campione virtuale).

In più, ispirati dalle affermazioni finali di consenso sono state proposte alcune policy legate ai tre temi. Il risultato è che il consenso sulle affermazioni finali del campione virtuale cresce quasi del 40 per cento rispetto alle affermazioni iniziali e del 33 per cento per le proposte di policy. I risultati indicano che l'AI può essere uno spin doctor per la politica e che, al di là di questa proprietà essenzialmente retorica, può aiutarci a costruire consenso e ad elaborare policy che siano condivise. Una proprietà non banale in un mondo nel quale l'intelligenza relazionale sembra difettare a tanti livelli, da quello privato a quello politico e dei rapporti tra gli stati.

Pagnoncelli ha specificato come "secondo il sondaggio, per metà degli italiani l'intelligenza artificiale comporta più rischi che vantaggi, mentre solo un terzo la considera un'opportunità. Tra i campi in cui se ne riconosce maggiormente il valore, la medicina e l'assistenza sanitaria sono in testa, seguite dalla digitalizzazione della pubblica amministrazione, dove i cittadini sperano in meno burocrazia e più efficienza. Resta però un forte elemento di diffidenza: le persone continuano a preferire l'intervento umano nei compiti più delicati - dalla guida di un'auto alle operazioni chirurgiche, fino al pilotaggio di un aereo o alle decisioni politiche che riguardano il Paese".

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