11/14/2025 | Press release | Distributed by Public on 11/14/2025 10:40
Quello in corso potrebbe rivelarsi l'inverno più cupo e duro per l'Ucraina. Ai continui attacchi russi si sommano i contraccolpi di un importante scandalo di corruzione che ha coinvolto i massimi funzionari ucraini dell'energia nucleare. La vicenda, che tocca uomini vicini a Zelensky, contribuisce a fiaccare il morale degli ucraini, già provato da una guerra che sembra non pendere a favore del paese invaso. Ai problemi interni si sommano i ritardi degli alleati europei, che sembrano incapaci di un'iniziativa e che ancora non hanno preso una decisione sul "prestito di riparazione" da 140 miliardi di euro da corrispondere a Kiev per sostenerla, finanziato con gli attivi sovrani della Russia immobilizzati dalle sanzioni. È in questo panorama che la notte scorsa le forze del Cremlino hanno lanciato un massiccio attacco con droni e missili sulla capitale ucraina, colpendo condomini e innescando esplosioni e incendi in diversi quartieri. Il sindaco Vitali Klitschko ha affermato che detriti in caduta hanno colpito un condominio di cinque piani nel distretto di Dniprovskyi, sulla riva est del fiume Dnipro, e che un grattacielo è stato avvolto dalle fiamme nel distretto di Podil, sulla riva opposta. Anche il sistema di riscaldamento di Kiev ha subito danni, con interruzioni del servizio e altre possibili interruzioni delle forniture di energia elettrica e acqua. Le foto circolate in rete mostrano diversi palazzi in fiamme e residenti radunati nelle strade disseminate di macerie, fuori dai condomini.
Intanto, nella regione orientale di Donetsk, infuria la battaglia per il controllo di Pokrovsk e della vicina Myrnohrad, roccaforti del Donbass che dopo una lunga resistenza da parte degli ucraini ora sembrano sul punto di essere conquistate dalla Russia. Kiev si trova di fronte a una scelta difficile: ritirarsi, per ricostituire le proprie forze più indietro nel fronte, oppure continuare a combattere ritardando una vittoria simbolica e tattica per Mosca, ma rischiando perdite ancora più ingenti. Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato di non essere contrario al ritiro, data la situazione "molto difficile" a Pokrovsk, ma che si tratta di una decisione che spetta ai comandanti sul campo. "Nessuno li costringe a morire. Sosterrò i nostri soldati, soprattutto i comandanti che sono lì, nel modo in cui possono controllare la situazione, altrimenti è troppo costoso per noi. La cosa più importante per noi sono i nostri soldati". Secondo Zelensky, la Russia sta cercando di catturare Pokrovsk per convincere il presidente Usa Donald Trump che l'Ucraina deve abbandonare il Donbass per porre fine alla guerra. Ma alcuni analisti militari temono che Kiev possa ripetere l'errore già compiuto in passato in città come Bakhmut e Avdiivka, decidendo di combattere ad oltranza con l'obiettivo di infliggere molte più vittime di quante ne subisca, ma sacrificando soldati, la risorsa più preziosa in una guerra di logoramento contro un avversario molto più grande dell'Ucraina.
Mentre l'esercito ucraino è in difficoltà a contrastare l'avanzata russa nell'est, uno scandalo di corruzione nei contratti di Energoatom - il consorzio statale che gestisce le centrali nucleari - scuote il Paese. L'indagine coinvolge anche il socio in affari del presidente Zelensky e arriva nel pieno di una drammatica carenza di energia. Due agenzie anti-corruzione hanno denunciato un sistema di tangenti per circa 100 milioni di dollari, effettuando perquisizioni in 70 località in tutto il Paese. Sette persone sono state incriminate e cinque sono in custodia cautelare per corruzione, abuso d'ufficio e arricchimento illegale. Si presume che la mente del piano - che ha già fatto saltare i ministri della Giustizia e dell'Energia e che ora investe anche la Difesa - sia Timur Mindich, uomo d'affari e produttore cinematografico, fuggito in tutta fretta dal paese il giorno prima degli arresti. Ciò che rende la situazione estremamente pericolosa per Zelensky - salito al potere nel 2019 con una campagna incentrata sulla lotta alla corruzione - è che Mindich è suo socio nella Kvartal 95, la piattaforma mediatica su cui Zelensky ha costruito la sua fama di comico prima di dedicarsi alla politica. Il presidente inoltre, aveva cercato di limitare l'autonomia delle agenzie anticorruzione a luglio, dopo che queste avevano avviato indagini sui suoi alleati ed ex soci in affari. Ma ha fatto marcia indietro dopo le pressioni degli alleati europei e massicce proteste popolari in Ucraina.
Lo scandalo di corruzione che ha travolto l'Ucraina non poteva arrivare in un momento peggiore o in un settore più delicato. Il fatto che coinvolga il settore energetico, in un momento in cui i cittadini soffrono a causa degli attacchi russi, è infatti particolarmente dannoso per il morale dei cittadini e la loro fiducia nelle istituzioni. Nelle ultime settimane, intere città sono rimaste al gelo e al buio, mentre centrali elettriche, linee di trasmissione regionali e locali venivano danneggiate o distrutte. I blackout e le interruzioni di corrente a rotazione sono ormai all'ordine del giorno, con una durata che, in alcuni casi, arriva fino a 14 ore. "Ciò che sta accadendo sotto gli occhi della gente è il saccheggio di un'azienda statale durante la guerra, e questo è molto doloroso", spiega ad Al Jazeera Tetiana Shevchenko dell'Anti-Corruption Action Centre. Ma l'Operazione Midas, l'inchiesta durata 18 mesi che ha scoperchiato il sistema di corruzione, ha conseguenze politiche che travalicano i confini nazionali, gettando un'ombra inquietante sul progetto europeo di inviare all'Ucraina un ingente afflusso di denaro e sulla richiesta di Kiev di aderire all'Unione Europea. Mentre la necessità di aiuti rimane più urgente che mai, lo scandalo rischia di raffreddare la già scarsa motivazione dei donatori occidentali e provocare una crisi politica che potrebbe avere conseguenze fin sul campo di battaglia.