09/15/2025 | Press release | Distributed by Public on 09/15/2025 07:06
(Arv) Venezia 15 set. 2025 - "Parole d'odio sui social e cyberbullismo". È il tema del convegno messo in cantiere presso l'auditorium del Museo di Santa Caterina a Treviso, all'interno del ciclo di incontri organizzati di concerto con la cabina di regia del Protocollo di Legalità della Regione del Veneto. Il titolo, eloquente, ovvero "Le parole d'odio sui social", trattava un'iniziativa rivolta principalmente alle scuole e che fa parte del progetto "Il Veneto per la legalità". Una mattinata intensa, che ha coinvolto gli studenti degli istituti di Roncade e Monastier, e nel quale si è parlato di contrasto del bullismo e del cyberbullismo. Ospite speciale è stata la giornalista e scrittrice Silvia Brena, fondatrice di Vox - Osservatorio italiano sui diritti e docente universitaria, che ha portato la sua esperienza e competenza per sensibilizzare i giovani sull'importanza delle parole, capaci di ferire o di costruire comunità". Lo scrive in una nota Roberto Bet, consigliere regionale trevigiano dell'intergruppo Lega - LV che aggiunge: "Il mio personale e speciale ringraziamento va a Silvia Brenaper, alla sua chiarezza e alla sua passione con cui ha saputo parlare ai nostri ragazzi e agli studenti in genere. Il suo impegno contro i linguaggi d'odio è un esempio prezioso di come cultura e istituzioni possano collaborare. I dati parlano purtroppo di un fenomeno in continua crescita, tant'è che durante l'incontro sono stati ricordati alcuni dati significativi relativi a questa nuova problematica che coinvolge il mondo giovanile. Secondo l'Istat, nel 2023, quasi 7 ragazzi su 10 tra gli 11 e i 19 anni hanno dichiarato di aver subito episodi offensivi o aggressivi, online o offline, almeno una volta nell'anno; oltre 1 su 5 ne è vittima più volte al mese. La Polizia Postale segnala un aumento del 12% dei casi di cyberbullismo nel 2024, con la fascia 14-17 anni come la più colpita. Lo smartphone è ormai lo strumento centrale: 1 bambino su 3 tra i 6 e i 10 anni lo usa quotidianamente, percentuale che sale a quasi 8 su 10 tra gli 11 e i 13 anni. Inoltre, 6 su 10 preadolescenti hanno già un profilo social attivo. Questi numeri mostrano come bullismo e cyberbullismo siano due facce dello stesso problema, che richiede risposte educative, culturali e istituzionali. Per dare continuità a queste iniziative, ho proposto la creazione della "Rete di Comunità Digitale", un progetto unico e strutturato che coinvolga scuole, ASL, Comuni e famiglie. Il tutto con obiettivi chiari come: offrire percorsi di educazione alla comunicazione digitale e all'uso consapevole dei social; garantire canali stabili di ascolto e supporto, sempre accessibili ai ragazzi; attivare una presa in carico multidisciplinare per i casi più gravi, in collaborazione con servizi scolastici e sanitari; coinvolgere attivamente i genitori rendendoli parte di una comunità educativa allargata".
"Il nostro obiettivo - conclude Bet - è fare in modo che nessun ragazzo o ragazza si senta mai solo di fronte a episodi di bullismo o cyberbullismo. Vogliamo offrire una rete di adulti e istituzioni che sappia ascoltare, proteggere e guidare. Così possiamo prevenire quelle tragedie che purtroppo leggiamo troppo spesso sui giornali e fare del Veneto un modello nazionale di comunità digitale responsabile".