Marina Militare Italiana

01/27/2025 | News release | Distributed by Public on 01/27/2025 03:50

Basco verde a sei nuovi incursori (Statistics)

Corso Sobek, al COMSUBIN la cerimonia di consegna dei brevetti

27 gennaio 2025 Gianluigi Angiulli - Viviana Passalacqua

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​​La Spezia - Il piazzale del Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori (COMSUBIN) 'Teseo Tesei', venerdì 24 gennaio, era tutto per loro. Schierati in sei, il berretto da allievo in testa, fiato sospeso nell'attesa di sostituirlo finalmente con il basco verde da incursore. Questo traguardo non è per tutti: lo hanno tagliato gli allievi del 75esimo Corso Ordinario Incursori intitolato a Sobek, dio egizio dal volto di coccodrillo, simbolo della guerra e del potere militare.

La cerimonia è stata solenne: presenti il ministro della Difesa Guido Crosetto, il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano e il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino.

Alle spalle, i neo-brevettati hanno 11 mesi di corso intensissimo, che non fa sconti a nessuno. All'orizzonte, l'ingresso nelle Forze Speciali della Marina Militare, élite riconosciuta a livello internazionale, con la peculiarità dell'assalto subacqueo. "La cerimonia di consegna dei brevetti - ha dichiarato l'ammiraglio Credendino, rivolgendosi loro - è un momento fortemente simbolico nel percorso di vita degli incursori della Marina. Oggi cogliamo i pregiatissimi frutti dell'impegnativo iter sostenuto, al termine di un percorso severo e selettivo. Siete una vera e propria élite, caratterizzata da un forte senso di autodisciplina e attitudine a mantenere nervi saldi, sangue freddo, mente lucida: sarete chiamati ad assumere rapidamente decisioni difficili in momenti di tensione e forte pressione. Vi sarà richiesta iniziativa, perseveranza, tenacia, buon senso, equilibrio e tantissimo coraggio. Dovrete confrontarvi con la responsabilità di assolvere complesse e delicate missioni, e con il dovere morale di onorare le nobili tradizioni del Varignano, culla degli operatori e dei mezzi insidiosi, nonché di ricche e gloriose pagine di storia".

Un colpo a salve ha scandito i nomi di chi è arrivato sin qui, omaggiando gli eroi della tradizione. Durante il corso, gli istruttori hanno valutato tutto: muscoli e cuore, impegno e passione, alla ricerca di quella tempra caratteristica dei pochi, pochissimi, che "dal mare irrompono sul nemico", come recita il motto del Gruppo Operativo Incursori (GOI). "Al primo sguardo risulta difficile stabilire se chi hai davanti potrà essere un futuro incursore - ha spiegato l'istruttore del 75esimo Corso Ordinario Incursori - tuttavia alcuni tratti distintivi emergono sin da subito, come una sorta di dna personale: ad esempio, la capacità di adattamento e una volontà ferma e feroce di oltrepassare i propri limiti. E poi, chiaramente, il coraggio, che per l'incursore non è impulso né avventatezza, bensì senso della misura, della disciplina e della concretezza".

Sono marinai senza volto e senza nome, efficienti e silenziosi. Presenze invisibili, forti come il ferro. In questa prima fase selettiva si sono misurati con l'acqua, la terra, la roccia, vincendo la scommessa di superare se stessi. "Le prove di per sé sono tutte complicate - ci ha raccontato un incursore neo-brevettato - ma con il giusto allenamento e soprattutto ascoltando i consigli degli istruttori, possono essere affrontate nel migliore dei modi. L'aspetto più difficile del corso è riuscire a restare costantemente concentrati, senza sapere cosa affronteremo il giorno successivo. Probabilmente un anno fa non avrei neanche immaginato di arrivare fino in fondo. Il momento in cui si indossa per la prima volta il tanto ambito basco verde è indescrivibile, una tempesta di emozioni. Sicuramente è un primo traguardo, ma è da considerarsi come il punto di partenza per il futuro".

La strada infatti è ancora tutta in salita, e prosegue già da domani. Per i prossimi 12 mesi, i neo-brevettati si addestreranno alle procedure operative, alle tecniche e all'utilizzo di dotazioni iper specialistiche. Affronteranno tutti gli elementi, in vista dell'ingresso a pieno titolo nel GOI. L'obiettivo è quello di portare a termine imprese inimmaginabili, dopo un lungo cammino professionale che li porterà al conseguimento di abilitazioni in Italia e all'estero: impiego di apparati di respirazione per le immersioni, corso di paracadutismo militare, corso da sniper, da breacher, da jtac-joint tactical air controller (capacità di penetrare in ambienti chiusi grazie all'apertura di varchi), aviolancio con tecnica di caduta libera (tlc), corsi EOD-IEDD (Explosive Ordnance Disposal - Improvised Explosive Device Disposal), special operations combat medic. E ancoracorsi di arti marziali e di combattimento, corsi da rocciatore, corsi con forze speciali straniere alleate, scambi con gli US Navy Seals.

Tra i compiti del GOI, le operazioni di contro-terrorismo navale per la liberazione di ostaggi su navi e su installazioni marittime, gli attacchi condotti sotto la superficie marina con l'impiego di diversi sistemi d'arma, gli assalti a obiettivi costieri e terrestri. Ma anche la raccolta di informazioni o il supporto a fuoco aereo o navale in territorio ostile, le attività di assistenza militare in favore delle Forze Armate di Paesi terzi e il concorso - in sinergia con altre unità di sicurezza - nel contro-terrorismo nazionale, oltre alla capacità di operare in ambienti CRBN (Chemical, Biological, Radiological, Nuclear).

Nell'immediato futuro, i neo-brevettati prenderanno decisioni vitali, in fretta e sotto stress. Soprattutto, impareranno il valore di uno scopo superiore. "La tua vita è preziosa ma l'obiettivo è più prezioso": è il settimo punto del Decalogo degli incursori. "Questa frase - commenta l'istruttore - incarna il cuore della missione di un incursore, ne definisce l'etica professionale. In un contesto operativo, si traduce in azioni improntate all'altruismo, al senso del dovere e della disciplina. Tutto questo non equivale a sminuire la propria vita, anzi. Significa darle un significato più profondo, al servizio di qualcosa di più grande".

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