Fondazione CIMA - Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale

01/15/2025 | News release | Distributed by Public on 01/15/2025 05:45

Incendi boschivi, dai modelli al territorio: il caso della Bolivia

Gli incendi boschivi sono tra le emergenze più devastanti che il nostro pianeta deve affrontare. Eventi come quelli della California sono alimentati da forti venti estremamente secchi, precipitazioni quasi assenti e una situazione di siccità protratta da mesi, fattori che hanno favorito la rapida propagazione delle fiamme, trasformando migliaia di ettari di foreste in cenere. Non un caso isolato, purtroppo. Quest'estate in Brasile e Bolivia le stagioni degli incendi hanno evidenziato l'enorme vulnerabilità delle foreste tropicali. In Bolivia, già nel 2019, la regione della Chiquitania è stata teatro di incendi straordinari, che hanno devastato centinaia di migliaia di ettari minacciando fortemente l'equilibrio ecologico locale. Questi incendi mettono in pericolo vite umane, biodiversità e infrastrutture, mostrando quanto i cambiamenti climatici possano amplificare le dinamiche di rischio.

Questi episodi drammatici richiamano l'urgenza di un approccio integrato per comprendere, prevedere e mitigare i rischi associati agli incendi boschivi. Le condizioni meteorologiche estreme, come prolungati periodi di siccità e venti intensi, creano infatti un terreno fertile per l'innesco e la propagazione del fuoco. In questo contesto, Fondazione CIMA ha sviluppato strumenti avanzati che integrano scienza e tecnologia per affrontare queste sfide.

La gestione del rischio incendi boschivi: il modello RISICO

La gestione degli incendi boschivi richiede strumenti scientifici all'avanguardia, capaci di tradurre dati complessi in azioni concrete. Fondazione CIMA ha sviluppato e perfezionato nel tempo una suite di strumenti, tra cui il modello RISICO, progettato per prevedere e monitorare le condizioni favorevoli all'innesco e alla propagazione degli incendi. «RISICO è una piattaforma che integra dati meteorologici, informazioni sulla vegetazione e modelli topografici per fornire previsioni accurate del rischio. È stato sviluppato da Fondazione CIMA nel 2000, in collaborazione con la Regione Liguria e il Dipartimento della Protezione Civile italiana», spiega Paolo Fiorucci, direttore associato di Fondazione CIMA ed esperto di incendi boschivi. La piattaforma è stata progressivamente arricchita con moduli avanzati che modellano parametri come l'umidità del combustibile fine e la velocità di propagazione del fuoco, garantendo previsioni sempre più precise.

L'approccio di ricerca di Fondazione CIMA si basa, infatti, su tre pilastri fondamentali:

  • Focus su prevenzione e preparazione, con strategie proattive volte a minimizzare il rischio.
  • Ottimizzazione continua, migliorando strumenti e metodi grazie ai risultati delle implementazioni a ogni livello: sovranazionale, nazionale, regionale e locale.
  • Uso intelligente dei dati disponibili, integrando cartografie (mappe di uso del suolo, mappe forestali), sensori, immagini satellitari e previsioni meteorologiche.

A differenza di molti sistemi di allerta globale basati esclusivamente su variabili meteorologiche, RISICO si distingue per l'attenzione alla caratterizzazione del combustibile vegetale. Questo approccio nasce dagli studi in Italia, dove si è osservato che vento, bassa umidità e alte temperature portano a incendi particolarmente gravi solo in presenza di una grande continuità di combustibile altamente infiammabile. Se inizialmente la caratterizzazione del combustibile si basava su regole empiriche, l'integrazione di tecniche di intelligenza artificiale e machine learning ha rivoluzionato l'approccio, permettendo di identificare con precisione aree a maggiore suscettività al fuoco, grazie a dati spaziali ad alta risoluzione e serie storiche di incendi.

Il caso della Chiquitania: scienza e collaborazione sul campo

La regione della Chiquitania, nota per la sua straordinaria biodiversità, è particolarmente vulnerabile agli incendi boschivi a causa delle condizioni climatiche avverse e della pressione antropica. Nell'ambito del programma EUROCLIMA, finanziato dall'Unione Europea e implementato da Expertise France, Fondazione CIMA ha contribuito a rafforzare il sistema di allerta precoce per gli incendi boschivi nella regione. Il modello RISICO è stato adattato alle specifiche caratteristiche del territorio, dando vita a RISICO-CHIQUITANIA.

RISICO-CHIQUITANIA è nato per affrontare sfide specifiche, emerse durante la stagione degli incendi del 2019 in Bolivia, quando estensioni di centinaia di migliaia di ettari sono state devastate da fuochi che si propagavano lentamente ma con grande inerzia, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche previste ora per ora. Come spiega Andrea Trucchia, ricercatore di Fondazione CIMA esperto in Incendi Boschivi: «Abbiamo integrato dati locali, come mappe del combustibile vegetale e condizioni di siccità, per migliorare la precisione delle previsioni e facilitare decisioni informate».

L'innovazione principale è stata l'integrazione di indicatori di siccità aggiornati su scala mensile, come il "Monitor de Sequías", che ha permesso di rappresentare meglio l'impatto delle condizioni avverse sulla vegetazione. Questa combinazione di dati meteorologici e climatici ha rafforzato le capacità del modello di anticipare gli effetti delle siccità prolungate sulla propensione degli incendi.

Le previsioni del modello RISICO-CHIQUITANIA vengono messe a disposizione delle istituzioni e dei decisori tramite il Bollettino di Allerta, realizzato dal Servizio Meteorologico e Idrologico della Bolivia (SENAMHI), attraverso la piattaforma myDEWETRA Bulletins. Durante la stagione degli incendi, SENAMHI elabora quotidianamente questo bollettino, che fornisce informazioni basate su dati scientifici per supportare l'emissione di avvisi e le decisioni operative. Il bollettino copre un orizzonte temporale di tre giorni, offrendo previsioni affidabili sulle condizioni di rischio per oggi, domani e dopodomani. Con un'attenzione particolare al Dipartimento di Santa Cruz, include un'analisi dettagliata di sei comuni pilota: San José de Chiquitos, Roboré, Concepción, San Ignacio de Velasco, Puerto Suárez e San Matías. «Grazie a questo strumento, le autorità locali possono pianificare interventi preventivi sulla base di informazioni sul rischio incendi specifiche per il loro territorio», sottolinea Trucchia.

Un approccio programmatico per la resilienza in LAC

Il contributo in Bolivia al programma EUROCLIMA si inserisce in una visione più ampia di Fondazione CIMA per il rafforzamento dei sistemi di allerta precoce nella regione dell'America Latina e dei Caraibi (LAC). Negli ultimi anni, CIMA ha collaborato con diverse istituzioni locali e internazionali per sviluppare approcci integrati e sostenibili alla gestione del rischio.

La ricerca di Fondazione CIMA si concentra, infatti, sia su proiezioni a breve e medio termine (con previsioni sub-stagionali e stagionali per migliorare la pianificazione operativa), sia sull'analisi climatica a lungo termine (per caratterizzare le stagioni critiche del passato e stimare la probabilità che si ripetano in futuro, considerando scenari di emissioni fino alla fine del secolo). Questo richiede un database climatico robusto, comprensivo di almeno 30 anni di output storici di RISICO e simulazioni future.

«Quello che facciamo non è solo trasferire tecnologia, ma costruire competenze e creare consapevolezza», conclude Fiorucci. L'approccio di Fondazione CIMA si basa sulla sinergia tra scienza e applicazione pratica, con l'obiettivo di proteggere non solo l'ambiente, ma anche le comunità che lo abitano. La combinazione di innovazione tecnologica, collaborazione internazionale e coinvolgimento locale può fare la differenza nella lotta contro gli incendi boschivi.

Questo percorso di collaborazione e scienza applicata dimostra come sia possibile costruire sistemi di gestione del rischio che mettano al centro le comunità locali. Escludere l'uso del fuoco dove è da sempre considerato strumento utile alla gestione degli ecosistemi non è una soluzione. Al contrario, definire strumenti capaci di comprendere quando e dove l'uso del fuoco può avere impatti positivi e dove e quando, al contrario, va assolutamente evitato, può essere di grande aiuto alla mitigazione dei disastri con impatti a livello planetario. Includendo anche informazioni e comunicazione con gli enti locali, le comunità e la cittadinanza, aumentando la consapevolezza e la diffusione dei comportamenti corretti da adottare. La gestione integrata del fuoco deve necessariamente usufruire di strumenti capaci di trasformare le sempre più affidabili informazioni disponibili in indicatori capaci di suggerire le migliori strategie di mitigazione del rischio. Grazie a strumenti innovativi e a un dialogo continuo tra territorio e ricerca, si gettano le basi per una resilienza che non si limita a prevenire i disastri, ma che rafforza la capacità di adattamento e autonomia delle popolazioni coinvolte.