10/01/2025 | Press release | Distributed by Public on 10/01/2025 02:29
Amnesty International ha inviato una lettera alla Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa) e alla Federazione europea delle associazioni calcistiche (Uefa), chiedendo la sospensione dai propri tornei della Federazione calcistica israeliana (Ifa) fino a quando quest'ultima non avrà escluso dai propri campionati squadre degli insediamenti illegali nel Territorio occupato palestinese.
A sua volta, Amnesty International Italia ha scritto alla Federazione italiana gioco calcio (Figc) affinché si faccia portatrice presso Fifa e Uefa della medesima richiesta.
"Mentre, nell'ambito delle qualificazioni alla prossima Coppa del mondo, la nazionale di calcio israeliana si appresta a incontrare Norvegia e Italia, Israele continua a perpetrare un genocidio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza. Più di 800 atleti, giocatori e funzionari sportivi sono tra le oltre 65.000 persone uccise da Israele in un'intenzionale campagna di totale devastazione, sfollamento forzato e riduzione alla fame della popolazione civile", ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
"Contemporaneamente, Israele sta brutalmente espandendo i suoi insediamenti illegali e legalizzando gli avamposti illegali in Cisgiordania nell'ambito della sua occupazione illegale del Territorio palestinese. È veramente una disgrazia che l'Ifa continui a consentire a squadre di quegli insediamenti di giocare nei suoi campionati, dopo oltre dieci anni di sollecitazioni a non farlo", ha aggiunto Callamard.
Sono almeno sei le squadre degli insediamenti nel Territorio palestinese occupato che attualmente giocano nei campionati israeliani, in violazione sia del diritto internazionale che dello statuto della Fifa, il cui articolo 64.2 afferma che "le associazioni [che fanno parte della Fifa] e le loro squadre non possono giocare sul territorio di un'altra associazione senza l'approvazione di quest'ultima".
Il prossimo Consiglio della Fifa è previsto giovedì 2 ottobre. La Federazione calcistica palestinese è ancora in attesa di una risposta al reclamo formale presentato nel marzo 2024.
Sospendere l'Ifa significherebbe che né la Fifa né l'Uefa fornirebbero più fondi all'Ifa e che la nazionale e le squadre di Israele non potrebbero partecipare a tornei internazionali fino a quando la stessa Ifa non avesse rispettato il diritto internazionale e lo statuto della Fifa. Significherebbe inoltre, per l'Ifa, perdere la sua qualifica di federazione associata e il suo diritto di voto per tutto il periodo della sospensione.
Come ha fatto notare Amnesty International nella sua lettera, Fifa e Uefa forniscono fondi alle squadre israeliane impegnate in tornei internazionali ed europei: in questo modo, potrebbero contribuire all'espansione degli insediamenti illegali e dunque alle violazioni dei diritti umani da parte di Israele.
"Non dev'esserci spazio nel calcio, così come in ogni altro sport, per squadre degli insediamenti illegali nel Territorio palestinese occupato. L'Ifa sta contribuendo vergognosamente alle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele fornendo opportunità economiche e sportive che contribuiscono a sostenere quegli insediamenti illegali", ha sottolineato Callamard.
"Lo sport non si gioca nel vuoto. Fifa e Uefa devono assumersi le proprie responsabilità ai sensi del diritto internazionale e smetterla di consentire alla nazionale e alle squadre di calcio di Israele di partecipare a tornei internazionali o europei fino a quando la stessa Ifa non avrà sospeso tutte le squadre degli insediamenti illegali", ha concluso Callamard.