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09/24/2025 | News release | Distributed by Public on 09/24/2025 03:51

La lectio magistralis del Presidente Antonio Patuelli all'Università degli Studi Link di Roma

24.09.2025

Questa mattina il Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, ha svolto una "Lectio Magistralis" su etica e economia all'Università degli Studi Link di Roma.

Di seguito il testo integrale della "Lectio" del Presidente Patuelli.

" Il mondo vive eccessi di trasandatezza morale: occorre più etica.

L'etica si dà troppo spesso per scontata.

Per i cittadini è indispensabile la convinta consapevolezza della prevalenza dei principi costituzionali nel viver civile, con lo Stato come primo garante di tutte le libertà civili, economiche, sociali ed ambientali e dei doveri di tutti e di ciascuno.

Nella Repubblica italiana l'etica è insita innanzitutto nei principi fondamentali della Costituzione.

Rispettare le regole, emanate dalle Istituzioni legittime con metodi di libertà e di democrazia, rappresenta un minimo obbligatorio di principi etici che possono essere applicati da ciascuno, liberamente, anche con maggiore rigore.

I codici etici sono un passo avanti di educazione e di consapevolezza.

Doveri e diritti sono inscindibili.

I doveri e diritti costituzionali formano il cittadino.

L'economia e la finanza, se sottratte all'influenza del diritto e della morale, se disgiunte dai principi, portano all'egoismo.

L'etica deve prevalere anche sul diritto. Anche quando un'operazione economica è giuridicamente lecita, se essa contrasta con l'etica, questa non deve essere conclusa.

Il minimo dell'etica è la legalità, l'applicazione di tutte le norme.

L'etica può responsabilmente convincere le persone ad essere più scrupolose di quanto dispongono le norme.

Il rapporto fra morale, economia e finanza è necessario ed intrinseco.

Comune è l'idea che la dimensione morale dell'economia e della finanza consente di cogliere come finalità inscindibili l'efficienza economica e la promozione di sviluppo solidale e sostenibile.

L'economia e la finanza debbono essere fonti di creazione di ricchezze non fini a sé stesse, ma mezzi, strumenti per l'incremento dello sviluppo, del progresso, dei più alti gradi di civilizzazione.

Creare le condizioni per lo sviluppo e promuovere la difesa dei deboli debbono essere obiettivi strategicamente convergenti.

La finanza non deve distaccarsi dalle regole e dagli orizzonti dell'economia: non deve essere prevalentemente speculazione senza indirizzi e obiettivi etici.

In economia e finanza tutto ciò che è moralmente corretto, è finalizzato allo sviluppo globale e solidale della persona e della società che si può realizzare solo in una economia di mercato con sensibilità sociali, dove l'iniziativa privata goda di uno spazio ampio costituzionalmente garantito, con regole di mercato libero, concorrenziale e vigilato da Autorità indipendenti.

La proprietà privata è tutelata dalla Costituzione con funzioni anche sociali.

La Dottrina sociale della Chiesa riconosce l'importanza della correttezza e trasparenza contabile e la centralità del rispetto della dignità delle persone che costituiscono il patrimonio più prezioso di una azienda; accetta e riconosce la giusta funzione del profitto come primo indicatore del buon andamento dell'azienda e condanna l'usura.

L'Enciclica "Centesimus annus" indica che "l'impresa non può essere considerata solo come una società di capitali; essa è al tempo stesso una comunità di persone".

La Dottrina sociale della Chiesa critica giustamente "l'egoismo miope e limitato al corto termine" che "alla fine non paga e fa pagare a tutti un prezzo troppo alto".

L'obiettivo è il progresso del bene comune nel rispetto della dignità umana. Fondamentale è la libertà e la responsabilità di ciascuna persona, poiché l'economia "ha bisogno dell'etica per il suo corretto funzionamento; non di un'etica qualsiasi, bensì di un'etica amica della persona".

Ogni progresso del mondo economico non può considerarsi tale se misurato solo su parametri di quantità e di efficacia nel produrre profitto, ma va commisurato anche alle qualità delle vite che produce e dell'estensione del benessere, non solo materiale, che diffonde.

Il profitto va perseguito - rileva la Dottrina sociale della Chiesa - ma mai "ad ogni costo", né come elemento totalizzante. Il profitto, "fattore intrinsecamente necessario ad ogni sistema economico" va coniugato con la responsabilità sociale.

Il benessere va valutato con criteri più ampi del Pil, tenendo conto anche di altri parametri quali la sicurezza, la salute, la crescita del "capitale umano", la qualità della vita sociale e del lavoro.

Guadagno e solidarietà non sono antagonisti in un circuito virtuoso che deve scaturire anche da tutte le potenzialità positive dei mercati. Così come "ogni attività economica non può sostenersi alla lunga se non è vissuta in un clima di sana libertà d'iniziativa".

"In linea di principio tutte le dotazioni ed i mezzi di cui si avvalgono i mercati per potenziare la loro capacità allocativa, purché non rivolti contro la dignità della persona e non indifferenti al bene comune, sono moralmente ammissibili", sottolinea la Dottrina sociale della Chiesa.

Sono nettamente criticabili gli egoismi e le sopraffazioni nella finanza, gli abusi e i raggiri specie ai danni di controparti meno avvantaggiate.

Anche strumenti finanziari leciti, se commercializzati in asimmetria informativa, approfittando delle lacune cognitive e della debolezza contrattuale altrui, costituiscono violazioni della correttezza e una grave infrazione etica.

Luigi Einaudi scriveva che "una forza morale è il motore nascosto delle grandi opere di pace, ci ammaestra quanto grande sia stato, e per fortuna, il cammino compiuto dagli uomini sulla via dell'onestà, del fedele adempimento ai propri impegni, della fiducia reciproca e della rinuncia ai più gretti interessi particolari sull'altare della necessità collettiva".

Sulla probità Einaudi era intransigente: "le difficoltà dell'arte bancaria sono eccezionali (…). Ufficio del banchiere è invero quello di affidare danari altrui all'uomo capace e probo, il quale sappia farli fruttare a proprio vantaggio e, al momento stipulato, li restituisca. Solo i fatui possono immaginare che questo sia un compito facile. Nel mondo economico non ne esiste altro più difficile" ed aggiungeva: "tutti dichiarano di essere probi, specialmente quando si è portati a trovare poi pretesti per proclamarsi correttissimi e disgraziati se non si può restituire. Il banchiere, invece, ha un dovere solo: impiegare in modo sicuro il danaro dei propri fiduciari. Se egli ha un momento di falsa pietà, se diventa inutilmente ottimista o fiducioso, egli è perduto: e cioè sono perduti i danari dei depositanti".

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Il concetto di etica è molto più antico di quello di sostenibilità, anche se appaiono sempre più connessi.

Per millenni le persone non si sono poste problemi di sostenibilità, di limiti alla crescita economica e allo sviluppo: le società erano, in genere, quanto mai arretrate, la povertà era prevalente, la popolazione cresceva gradualmente e le risorse della Terra parevano illimitate. Si trattava principalmente di sfruttare sempre meglio le allora apparenti infinite potenzialità della Terra e dello sviluppo.

Nel Novecento si sono crescentemente affermate le problematiche dei rischi dello sviluppo senza confini e della tutela dell'ambiente, anche prospettica.

Il termine "sostenibilità" non è nemmeno contemplato dalla gran parte dei più dotti dizionari di scienze sociali, di politica, di economia e finanza del Novecento.

La rapidità dell'accelerazione dello sviluppo economico e della popolazione ha imposto il termine "sostenibilità" che occorre innanzitutto declinare come metodo, come lungimiranza delle potenzialità di ogni attività e iniziativa e dei rischi connessi.

La sostenibilità è alternativa all'attualismo, a tutto ciò che non valuta le conseguenze prospettiche.

Sostenibilità è visione lunga e alternativa alle scelte basate anche sulla sondaggistica che analizza principalmente le conseguenze dei fenomeni.

L'etica, termine di derivazione greca ed in qualche modo equivalente alla latina morale, ha millenni di riflessioni e da secoli, implicitamente, contiene anche i principi della "sostenibilità".

Sono cresciute anche le attenzioni verso i diritti dei malati e l'etica negli affari.

Sostenibilità impone un salto di qualità, innanzitutto metodologico e prospettico, di valutazione dei rischi di crescita all'infinito di uno sviluppo che deve essere preventivamente compatibile con la tutela della salute e dell'ambiente e con le possibilità stesse di ulteriore potenziale, anche inimmaginabile, ulteriore sviluppo.

La Dottrina sociale della Chiesa ha fatto importanti sforzi in tal senso.

Giovanni Paolo II, così come suoi autorevoli contemporanei laici, ha indicato la necessità che "prevalga l'etica del rispetto per la vita e la dignità dell'uomo, per i diritti delle generazioni umane presenti e di quelle che verranno".

A fine Novecento crebbero le sensibilità verso i rischi di sviluppo di un mondo più popolato, più inquinato, meno stabile ecologicamente e più prospetticamente vulnerabile. Iniziava a valutarsi che, nonostante le maggiori produzioni, la popolazione mondiale sarebbe stata più povera, che la stessa disponibilità di cibo avrebbe potuto peggiorare.

La tutela dell'ambiente rappresenta una sfida per tutta l'umanità, un dovere comune e universale di rispettare beni collettivi, impedendo che si possa fare "impunemente uso delle diverse categorie di esseri viventi o inanimati".

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Alla base dell'economia e della finanza vi è sempre in qualche modo il risparmio che va sempre rispettato.

Il risparmio è energia fondamentale per lo sviluppo e l'occupazione: occorre ridurre rapidamente la pressione fiscale sul risparmio investito a medio e lungo termine.

Gli investimenti del risparmio nell'economia produttiva non producono rendite, ma rendimenti più o meno basati sul rischio.

Occorre distinguere i rendimenti di investimenti a medio e lungo termine, rispetto alle operazioni speculative a brevissimo termine.

Necessita maggior rispetto per i singoli risparmiatori e per i loro investimenti di fronte alle potenzialità e ai rischi delle sempre più nuove tecnologie e dell'intelligenza artificiale.

C'è una disparità fra le possibilità di scelta e di intervento nei mercati dei singoli risparmiatori e degli investitori che operano con sistemi tecnologici che nella frazione di secondo possono effettuare tantissimi ordini di acquisto e di vendita, condizionando i mercati che debbono avere regole più aggiornate.

Gli investimenti di risparmi nelle banche, soprattutto con durata prestabilita, combattono i rischi di razionamento del credito quando si è molto ridotta la liquidità nel mercato, anche con la conclusione delle immissioni di liquidità da parte della BCE.

Stati, banche, operatori finanziari pubblici e privati sono in concorrenza nella raccolta della liquidità con i tassi e le loro durate.

Concorrenza nella piena legalità, trasparenza e controlli debbono sempre garantire i risparmiatori.

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Per l'economia i rischi internazionali sono nuovamente cresciuti anche con crescenti problematiche nei cambi.

Vi sono nuovi rischi di deterioramento del credito che necessitano di sempre prudenziali accantonamenti per il rafforzamento anche prospettico della solidità patrimoniale delle banche, premessa di economia solida.

La solidità delle banche non è mai troppa.

Le banche debbono essere solide per accompagnare la crescita economica e affrontare le stagnazioni e le recessioni, per affrontare possibili crisi dei debiti sovrani ed ogni criticità, per superare gli stress test della Vigilanza e per prepararsi in anticipo ai requisiti patrimoniali delle regole di "Basilea".

Le banche debbono essere sempre molto solide anche in liquidità, soprattutto in presenza delle nuovissime tecnologie: negli USA le crisi bancarie degli scorsi anni sono state crisi di liquidità.

Occorrono regole più flessibili per banche, imprese e famiglie per ristrutturare i crediti deteriorati: chiediamo che l'Autorità Bancaria Europea (EBA) renda meno rigida la normativa che molto limita le ristrutturazioni dei crediti.

I rischi e le sfide per le banche non finiscono mai.

Le banche non hanno rendite di posizione e vengono da anni difficilissimi per crisi di imprese e del debito sovrano, recessioni, epidemie, catastrofi naturali, guerre, cui hanno fatto e fanno fronte con grandi aumenti di capitale, accantonamenti e ristrutturazioni sempre socialmente rispettose e realizzate con costruttivi accordi con le Rappresentanze Sindacali.

Salvo nel caso di una sola banca nazionalizzata, le banche in Italia hanno dovuto farsi carico delle forzate risoluzioni e degli altri oneri delle crisi e dei salvataggi di banche concorrenti.

Indispensabile è la maggiore tutela degli onesti con una giustizia civile ancora più efficiente, senza differenze fra le varie zone d'Italia.

Le recenti crisi bancarie fuori dall'Unione Europea hanno evidenziato la positività delle rigorose regole dell'Unione bancaria e della Vigilanza unica che meglio garantiscono banche più solide e risparmi più tutelati.

Saggia, autorevole, coerente e lungimirante è la posizione della Banca d'Italia per evitare eccessive strette monetarie e penalizzazioni dello sviluppo.

La lotta all'inflazione non può dipendere esclusivamente dalle politiche monetarie: occorrono strategie rigorose contro ogni evasione fiscale, per la riduzione del debito pubblico in rapporto al PIL e in cifra assoluta, e contro la spirale di crescita dei prezzi, quando l'euro è più robusto della vecchia lira italiana e limita l'inflazione.

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Le banche sono fortemente impegnate in continue innovazioni tecnologiche, per la tutela dei doveri e diritti di tutti, e chiedono regole e certezza del diritto che garantiscano da abusi di ogni genere.

Nel 2024 le banche in Italia hanno investito circa 6 miliardi di Euro per l'innovazione tecnologica e per il 2025 si prevede l'ulteriore crescita degli investimenti che sono principalmente indirizzati in intelligenza artificiale, resilienza e continuità operativa, gestione e mitigazione dei rischi e per la sicurezza.

Per l'intelligenza artificiale occorrono innanzitutto principi etici, trasparenza, responsabilità sociale per la sicurezza e la protezione dei dati. Necessita il controllo umano ed etico degli algoritmi, a tutela di libertà e responsabilità.

Difronte all'intelligenza artificiale occorre innanzitutto spirito critico, come ha detto Papa Leone XIV.

Non deve esserci disordine e concorrenza sleale di operatori economici e finanziari non regolamentati: l'esperienza e gli abusi nelle pseudo cripto valute evidenziano l'indispensabile necessità che le tecnologie, anche il Metaverso, non siano estranee alle regole che, come la tassazione, debbono essere uguali per tutti.

Il progetto di euro digitale è una sfida impegnativa, con non facilmente calcolabili costi per le banche, con importanti potenzialità e rischi che necessitano di preventivi limiti definiti dalle Istituzioni europee a tutela della stabilità finanziaria e della liquidità bancaria, della legalità e della corretta concorrenza, per integrare nella complementarietà i pagamenti elettronici, anche con nuovi circuiti europei, e quelli tradizionali.

L'ABI è impegnata contro la criminalità cibernetica, promuove l'innovazione finanziaria e partecipa alle iniziative di molti importanti organismi, a cominciare dalla Banca d'Italia.

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La difficile "arte" del banchiere impone obblighi giuridici ed etici, elevata cultura, non solo di tecnica bancaria, intransigenza sui principi di libertà e responsabilità e innovazione continua.

La cultura, lo spirito critico, il coraggio razionale e la determinazione sono indispensabili difronte alle sempre nuove sfide che il mondo bancario deve affrontare con lungimiranza, per la sostenibilità nelle complessità, per la maggiore certezza del diritto anche prospettica, per la semplicità delle norme e delle procedure anche nelle tecnologie, per la sempre maggiore solidità patrimoniale e di liquidità delle banche, nella concorrenza del pluralismo dei modelli bancari, nella prevenzione delle crisi.

Occorre sempre rifiutare il cinismo, l'avidità, l'economia priva di etica, l'assenza di memoria.

E' indispensabile anteporre sempre i principi per una moralità non accomodante ".

Ravenna, 24 Settembre 2025

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