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09/17/2025 | Press release | Distributed by Public on 09/16/2025 23:17

Energia made in Usa: la difficile partita degli acquisti europei, QE-Quotidiano Energia

Energia made in Usa: la difficile partita degli acquisti europei
L'accordo sui dazi si traduce per l'Italia in un maggiore import oil&gas a stelle e strisce da 24,2 a 29,5 mld €, equivalente al totale dai primi 4 Paesi fornitori della Penisola

L'accordo sui dazi, messo nero su bianco il 21 agosto scorso, prevede un ambizioso target di acquisto da parte dei paesi dell'Unione europea di prodotti energetici dagli Stati Uniti, che comprendono gas naturale liquefatto, petrolio e prodotti energetici nucleari. La qualità e quantità di questi acquisti aggravano la bolletta energetica e pesano sui costi dell'energia elettrica e del gas delle imprese italiane ed europee. I dati pubblicati ieri dall'Istat quotano a luglio 2025 un saldo import-export di energia annualizzato per l'Italia di 50,8 miliardi di euro, in riduzione del 4,4% (-2,3 miliardi) rispetto ai 53,1 miliardi registrati a luglio di un anno prima. A luglio 2025 le importazioni di energia sono pari a 67,0 miliardi di euro, e sono in calo del 9,7% (-7,1 miliardi). Focalizzando l'attenzione su petrolio greggio, gas naturale (gassoso e liquido) e petrolio raffinato l'import totale annualizzato a giugno 2025 è di 60,9 miliardi di euro, di cui 5,2 miliardi pari all'8,6%, dagli Stati Uniti.
Come sottolineato su QE (QE 28/7) subito dopo l'accordo del 27 luglio in Scozia, 'i conti non tornano'. Anche il documento prodotto dalla Commissione europea chiarisce poco (QE 29/7), mantenendo dubbi (QE 31/7).
Un semplice esercizio controfattuale evidenzia una bassa probabilità, anche per l'Italia, di una piena attuazione degli accordi definiti in Scozia a fine luglio. Eurostat fornisce una stima dell'importo degli acquisti extra UE di petrolio greggio, gas naturale liquido e gassoso, che nel 2024 è pari a 362,8 miliardi di euro. La quota dell'Italia dell'import da paesi extra UE è del 10,2% per il petrolio e del 21,4% per il gas, con una media per i due prodotti del 13,3%. L'accordo tra Stati Uniti e Unione europea prevede acquisti di 250 miliardi di dollari all'anno equivalenti a 221 miliardi di euro, secondo le previsioni del cambio dollaro/euro di 1,19 per il 2026 e 2027 indicate nelle ultime previsioni macroeconomiche di Banca d'Italia. Se applicassimo la quota dell'Italia dell'import oil e gas extra UE - che potrebbe variare considerando anche l'acquisto di prodotti e tecnologia nucleare - il maggiore import dagli Stati Uniti previsto dall'accordo sui dazi ammonterebbe a 29,5 miliardi di euro. Si tratta di una cifra equivalente al totale delle importazioni dei primi quattro fornitori di oil &gas, oltre agli Stati Uniti, che insieme cumulano importazioni per 28,8 miliardi di euro, di cui 10,8 miliardi dall'Algeria, 8,4 miliardi dall'Azerbaigian, 5,8 miliardi dalla Libia e 3,8 miliardi dal Kazakistan. È del tutto evidente che non possono essere cancellati, senza pesanti penali, gli accordi commerciali in essere con i maggiori partner energetici. Considerando anche l'acquisto di tecnologia nucleare l'impegno potrebbe essere più contenuto. All'opposto, la quota potrebbe essere superiore tenendo conto che il gas dagli Stati Uniti è liquefatto e solo 13 paesi dell'Ue sono dotati di infrastrutture per la rigassificazione.
Anche qualora applicassimo per l'Italia le quote, più contenute, desunte dai bilanci energetici (valutati in tonnellate equivalenti di petrolio) del totale import di energia (11,5% del totale UE a 27) o del consumo interno lordo di energia (10,9%), l'importo degli acquisti dagli Stati Uniti rimarrebbe molto elevato, pari rispettivamente a 25,3 e 24,2 miliardi di euro. Si tratta di un valore pari a circa cinque volte l'attuale import di oil e GNL dagli Stati Uniti.
Un flusso di acquisti dagli Stati Uniti di queste dimensioni appare poco realistico in Italia e, più in generale, nei paesi dell'Ue. Inoltre, come evidenziato sempre in QE (QE 28/7), vi sono anche problemi sul lato dell'offerta. Una verifica del mancato raggiungimento del target definito dagli accordi potrebbe portare gli Stati Uniti a rialzare, in termini punitivi, il dazio del 15%, penalizzando ulteriormente le vendite del made in Italy, e dell'intera Unione europea, negli Stati Uniti. Aver posto un obiettivo troppo ambizioso per lo scambio di energia potrebbe tenere aperta ancora a lungo la partita dei dazi.
Last but not least, una amplificazione dei flussi di import di idrocarburi derivante dall'accordo sui dazi contrasta con il sentiero tracciato nello scenario di riferimento del Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC), che prevede tra il 2025 e il 2030 una riduzione del 6,9% delle importazioni nette di greggio, prodotti petroliferi e gas naturale.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 16 settembre 2025

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Quotidiano Energia (QE)

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