Depositare troppi soldi sul conto corrente non è spesso la scelta migliore. Quanto tenere allora sul conto nel 2025? E con quali strumenti finanziari assicurare i propri risparmi?
Quanta liquidità sul conto corrente hanno gli italiani nel 2025?
Tenere una quota significativa di risparmi sul conto corrente è ancora una strategia prevalente nelle famiglie italiane: l'idea è che avere liquidità pronta offra protezione contro l'inflazione, l'incertezza economica e l'aumento dei costi energetici. Ma quanto effettivamente rimane nei conti?
Secondo le statistiche più recenti, la liquidità giacente sui conti correnti è risalita a circa 1.152 miliardi di euro nel 2024, in crescita rispetto a 1.139 miliardi dell'anno precedente. Inoltre, analisi del 2025 mostrano che il 77,1 % dei correntisti continua ad avere saldi inferiori a 12.500 euro con una giacenza media stimata intorno a 14.981 € per conto.
Questi dati confermano una distribuzione molto sbilanciata: una larga maggioranza mantiene piccole riserve di liquidità, mentre una minoranza concentra saldi elevati nei depositi.
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Il rischio della liquidità
Lasciare i soldi sul conto corrente comporta un rischio implicito, se non una vera e propria perdita in termini economici. Per diverse ragioni:
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i costi di tenuta del conto corrente, che rappresentano una perdita del tutto infruttuosa, benché minima
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i tassi di interesse che i conti correnti offrono, per così dire, sono sostanzialmente pari a zero. E per avere un interesse, basso in ogni caso, converrebbe vincolare i risparmi nei conti deposito
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l'inflazione, si indicava, erode su base annua il potere d'acquisto della moneta e agisce come una vera e propria tassa sui risparmi depositati. Le stime attuali, aggiornate all'ottobre 2022, parlano di una impennata dell'11,9% su base annua
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la possibilità di un prelievo forzoso, nei casi in cui un governo volesse applicare una tassa patrimoniale. Va inoltre considerato che attualmente i conti con una giacenza media maggiore ai 5000 euro prevedono una imposta di bollo pari al 7 per mille
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il fondo interbancario di tutela dei depositi, FITD, fa da garante rispetto ai soldi depositati sul conto se la banca è in difficoltà o in default, ma il tetto garantito è di 100000 euro per depositante. Superare questa soglia di liquidità depositata inizia ad essere un rischio importante.
Quanta liquidità va tenuta nel conto corrente?
Il giusto ammontare di liquidità depositata su di un conto corrente è poco meno di 5.00o euro, questo perché la tassazione per conti correnti con giacenza di 5.000 euro è di 34,20 € di bollo, che viene addebitato annualmente. È altrettanto utile indicare un comportamento di gestione dei propri risparmi, avendo magari in mente gli obiettivi che aiutano a stabilire la somma più giusta per le proprie finanze:
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spese mensili realistiche: bisogna calcola con precisione le uscite fisse (bollette, affitto, mutuo) e le variabili (cibo, trasporti, imprevisti). Questa base stabilisce la soglia minima necessaria
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stabilità del reddito: chi percepisce entrate regolari può permettersi riserve più strette; chi ha reddito incerto, per esempio freelance o con contratti a termine, dovrebbe mantenere una maggiore liquidità, fino anche a coprire 6 mesi di spese realistiche
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obiettivi finanziari a breve e lungo termine: se si stanno pianificando spese importanti vicine, acquisto di casa, viaggi, formazione, è bene avere liquidità sufficiente per evitar di vendere investimenti in momenti sfavorevoli
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propensione al rischio: chi è avverso alle perdite tende a mantenere una quota più elevata di liquidità per dormire sonni tranquilli; chi tollera oscillazioni può investire più capitale con rendimenti potenziali maggiori.
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accessibilità ad altre fonti finanziarie: se si hanno linee di credito, prestiti personali o strumenti da attivare rapidamente, è possibile ridurre la liquidità immobilizzata.
In linea di massima, si può affermare come sul conto corrente conviene rimanga liquidità sufficiente a coprire un semestre complessivo di spese. Ma si tratta di una indicazione di riferimento. Ed ogni caso va affrontato individualmente, magari anche attraverso l'aiuto di un consulente finanziario.
Perché tenere poca liquidità sul conto corrente nel 2025
Ci sono comunque diverse ragioni, e tutte valide, per tenere poca liquidità sul proprio conto corrente, nel 2025:
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l'inflazione erode il potere d'acquisto: tenere grandi somme inattive significa che, anno dopo anno, il denaro perde valore reale. Quella che sembra una scelta sicura diventa una forma di perdita silenziosa
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zero rendimento sui conti correnti: i conti correnti raramente offrono interessi significativi; così, la liquidità ferma non rende, ma costa. Costi quali commissioni, imposte di bollo
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costi bancari nascosti: alcune banche applicano commissioni sulle giacenze elevate o costi di gestione che, su grandi somme, incidono in misura non trascurabile. Secondo uno studio, alcune banche applicano fino allo 0,5% su cifre superiori a €100.000
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attenzione alle normative antiriciclaggio: somme significative (ad esempio oltre €10.000) possono attivare controlli da parte della banca, con richieste di documentazione sulla provenienza dei fondi
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maggiore esposizione al rischio di frodi: chi detiene grandi capitali sul conto diventa un bersaglio più interessante per attacchi informatici, phishing o accessi non autorizzati
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perdita di opportunità : liquidità eccessiva significa non investire in strumenti con potenziale rendimento superiore. Il capitale rimane parcheggiato mentre altre asset class generano crescita.
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Come investire i propri risparmi?
Le forme di investimento, oggi, sono estremante ampie. E il risparmiatore può indirizzare una quota della propria liquidità in investimenti di tipo anche solo conservativo, e con orizzonti temporali differenti. I prodotti finanziari che permettono di investire in modo relativamente sicuro, sono diversi e permettono di salvaguardare i propri risparmi:
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i BOT, i Buoni Ordinari del Tesoro. Un tipo specifico di titoli di Stato a breve termine
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i Buoni Fruttiferi Postali, emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. Sono tra le scelte più adottate, dopo i BOT, per risparmiare o allocare parte della liquidità
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le obbligazioni, o bond in inglese. Molto differenti per durata, dai 2 anni ai 30 anni, con rendimenti che possono contrastare gli effetti dell'inflazione
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i fondi di investimento, che raccolgono capitale da più investitore, anche in somme non cospicue, per operare investimenti in diverse attività finanziarie.
Una ulteriore possibilità di dare valore ad una quota dei propri risparmi è data dall'equity crowdfunding, una possibilità di finanziamento che, attraverso campagne di raccolta fondi, permette a startup innovative e a PMI di raccogliere capitale necessario a sviluppare i propri prodotti o i servizi, che spaziano dalla green economy alla sharing economy.
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