Amnesty International – Sezione Italiana OdV

10/30/2025 | Press release | Distributed by Public on 10/31/2025 07:28

Amnesty International: il sistema Schengen discrimina i difensori dei diritti umani

In un rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha denunciato che il sistema di emissione di visti dell'area Schengen - che include 29 stati europei, la maggior parte dei quali membri dell'Unione europea ma anche Svizzera e Norvegia - ostacola le persone che difendono i diritti umani di varie parti del mondo, impedendo a molte di loro di partecipare a importanti conferenze. Questa prassi contraddice i diritti e i valori che gli stati dell'area Schengen affermano di rispettare.

Persone provenienti da 104 stati - per lo più dell'Africa, dell'Asia e del Medio Oriente - verso i quali esistono limitazioni all'emissione di visti, hanno difficoltà nell'ottenere visti brevi per prendere parte a eventi pubblici, fare rete o mettersi a distanza dai pericoli che corrono nei luoghi di origine a causa della loro attività.

Nella maggior parte dei casi si tratta di persone razzializzate, nere, asiatiche e/o musulmane. Secondo l'analisi di Amnesty International, l'impatto negativo sulla loro libertà di movimento costituisce una discriminazione indiretta.

"L'impossibilità di ottenere un visto Schengen significa che le voci e le testimonianze delle persone che difendono i diritti umani nel Sud globale sono escluse dagli incontri in cui vengono prese decisioni che hanno profonde conseguenze sulle loro vite", ha dichiarato Erika Guevara Rosas, direttrice delle campagne e delle ricerche di Amnesty International.

"Gli stati dell'area Schengen hanno sì il potere di decidere chi far entrare nei loro territori, ma l'impatto del sistema di emissione dei visti sulle persone che difendono i diritti umani provenienti da 104 stati è chiaramente incoerente con ciò che, attraverso linee guida e altri impegni, hanno promesso di fare per proteggere i diritti umani", ha proseguito Guevara Rosas.

"Assicurare che le persone che difendono i diritti umani possano avere visti per brevi periodi di tempo nell'area Schengen in modo rapido, certo e trasparente è indispensabile per garantire, senza discriminazioni, a queste persone il diritto di difendere i diritti", ha sottolineato Guevara Rosas.

Tutti gli stati dell'area Schengen sono tenuti ad applicare il Codice dei visti dell'Unione europea, che consente la richiesta di visti, da valutare e accettare caso per caso, anche da parte di chi non ha tutti i requisiti per ottenerli. Ma coloro che ricevono ed esaminano richieste del genere sembrano spesso essere ignari di questo criterio flessibile: di conseguenza, molte richieste di visti vengono respinte persino prima di arrivare alla fase decisionale.

Una delle prime barriere è capire dove e a chi presentare una richiesta di visto. Molti stati dell'area Schengen non hanno rappresentanze diplomatiche o accordi in ciascuno dei 104 stati sottoposti alle restrizioni sui visti. Questo comporta che le persone che difendono i diritti umani debbano viaggiare in altri stati per fare la richiesta, con costi proibitivi o rischi per la propria sicurezza.

Altri ostacoli sono il tempo necessario per fissare un appuntamento o attendere una decisione e la durata della validità del visto. In alcuni casi, i visti sono emessi troppo tardi o per un periodo troppo breve per viaggiare da un posto a un altro o per rimediare a eventuali ritardi dei voli.

Inoltre, a coloro che chiedono i visti viene spesso chiesto di fornire un lungo elenco di documenti, soprattutto di natura economica come un contratto di lavoro, estratti conto o certificati di proprietà. Ciò risulta particolarmente difficile a coloro che subiscono le più acute forme di marginalizzazione e di discriminazione.

Una difensora dei diritti umani della comunità dalit del Nepal ha raccontato:

"Chiedono ricevute bancarie. Immagina cosa voglia dire per una persona che non riesce neanche a vivere alla giornata. Alcune persone che difendono i diritti umani lo fanno su base del tutto volontaria".

Gli ostacoli sopra descritti costituiscono discriminazione indiretta nei confronti delle persone che difendono i diritti umani, in quanto le norme dell'area Schengen colpiscono in modo sproporzionato le persone razzializzate che chiedono i visti. Sebbene in apparenza tali norme siano neutrali dal punto di vista razziale, in quanto non menzionano esplicitamente la razza o l'etnia come cause che giustifichino un trattamento differente, c'è una forte correlazione tra gli stati con limitazioni sui visti e persone razzializzate come le nere, le asiatiche e/o le musulmane.

Nel giugno 2024 la Commissione europea ha pubblicato una versione rivista del Manuale dell'Unione europea sui visti: si tratta di una serie di linee guida che spiegano come applicare il Codice dell'Unione europea sui visti, che include esempi pratici su come facilitare le richieste di visti da parte delle persone che difendono i diritti umani.

Amnesty International ha apprezzato questo sviluppo e chiede ora agli stati dell'area Schengen di assicurare che il Manuale sia diffuso in modo ampio e pienamente applicato in modo da assicurare che le persone addette a ricevere ed esaminare le richieste di visti siano del tutto formate su come facilitare i viaggi delle persone che difendono i diritti umani.

L'organizzazione per i diritti umani chiede agli stati dell'area Schengen anche di raccogliere dati disaggregati sulla razza e sull'etnia per porre fine alla discriminazione nel sistema dei visti e sviluppare e attuare una procedura facilitata di emissione dei visti per le persone che difendono i diritti umani, compresa una corsia preferenziale.

Infine, gli stati dell'area Schengen dovrebbero emettere con maggiore regolarità visti per lunghi periodi e a ingresso multiplo: sono strumenti fondamentali per proteggere le persone, permettendo loro di viaggiare quando necessario, senza dover passare ogni volta attraverso lungaggini burocratiche.

Ai fini della stesura del suo rapporto, Amnesty International ha parlato con 42 organizzazioni internazionali che hanno sede in stati dell'area Schengen e in stati che subiscono limitazioni all'emissione di visti e che in questi anni hanno facilitato il viaggio di centinaia di persone che difendono i diritti umani. L'organizzazione ha anche raccolto le testimonianze di 32 persone che difendono i diritti umani che hanno avuto esperienza diretta delle procedure di richiesta di visti.

Amnesty International – Sezione Italiana OdV published this content on October 30, 2025, and is solely responsible for the information contained herein. Distributed via Public Technologies (PUBT), unedited and unaltered, on October 31, 2025 at 13:28 UTC. If you believe the information included in the content is inaccurate or outdated and requires editing or removal, please contact us at [email protected]