12/12/2025 | News release | Distributed by Public on 12/12/2025 08:47
Reggio Emilia rafforza il legame che la lega alla Bosnia ed Erzegovina, e in particolare alla municipalità gemella di Sarajevo Centar, con l'iniziativa "Accordi di Pace in Bosnia ed Erzegovina: Dayton, 30 anni dopo": un'occasione di riflessione che si è tenuta venerdì 12 dicembre in Sala del Tricolore, in occasione del trentesimo anniversario della firma degli accordi che nel 1995 posero fine alla guerra.
L'appuntamento - promosso dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con Iscos Emilia-Romagna, Fondazione E35, Fondazione Mondinsieme e diverse realtà territoriali impegnate nei rapporti con i Balcani - ha voluto così ricordare una data cruciale per la pace in Bosnia ed Erzegovina e favorire una riflessione aperta alla città, e in particolare ai giovani, sul significato, l'impatto e l'eredità degli Accordi di Dayton nel presente e nel futuro dell'area. In un contesto internazionale nuovamente segnato da conflitti e tensioni che coinvolgono anche l'Europa, Reggio Emilia ribadisce il suo impegno a favore delle relazioni internazionali come pilastro per la pace, la democrazia e i diritti umani. L'iniziativa si colloca inoltre all'interno del Festival Balkanika 2025, giunto alla sua terza edizione, e si collega al podcast "Dayton, trenta anni di pace fredda", promosso da Iscos Emilia-Romagna e curato da Andrea Cortesi e Silvio Ziliotto, ispirato al volume "Dayton 1995. La fine della guerra in Bosnia Erzegovina e l'inizio del nuovo caos" (Infinito Edizioni).
Ad aprire l'incontro è stato un video messaggio del sindaco di Reggio Emilia Marco Massari, seguito dall'intervento del vicesindaco Lanfranco De Franco e dal video messaggio di Sarah Eti Castellani, ambasciatrice d'Italia in Bosnia ed Erzegovina. Il diplomatico e già ambasciatore d'Italia in Kosovo Michael L. Giffoni - tra i pochissimi italiani che presero parte alla sessione di lavori per la firma degli accordi - ha poi approfondito il significato della pace siglata a Dayton, intervistato dallo scrittore ed esperto di Balcani Silvio Ziliotto e dal direttore di Iscos Emilia-Romagna Andrea Cortesi. Nel corso della mattinata si è inoltre parlato del legame che unisce Reggio Emilia a Sarajevo Centar, con un video intervento del sindaco Srđan Mandić e con le parole della dall'intervento della direttrice della Fondazione E35 Sabrina Rosati. A tirare le conclusioni della mattinata è stato il presidente del Consiglio comunale Matteo Iori. Erano presenti in sala anche alcuni reggiani che, nel 1992, presero parte alla marcia dei 500 a Sarajevo, tra cui don Eugenio Morlini, Carminio Gambacorta e Guido Zini.
"Il trentennale degli Accordi di Dayton - ha detto il sindaco Marco Massari - è l'occasione per ricordare un momento cruciale della storia europea, spesso sottovalutato ma ancora oggi di grande attualità: la guerra in Bosnia ed Erzegovina non deve appartenere solo al passato, ci insegna come la convivenza e il dialogo siano valori da coltivare tutti i giorni, soprattutto di fronte ai conflitti che continuano a segnare tante parti del mondo vicine e lontane. È significativo che questo incontro si tenga oggi nella Sala del Tricolore, simbolo dei diritti, della solidarietà, dell'unità e della libertà: in questa sala Reggio Emilia ha voluto portare voci dall'Italia e dalla Bosnia ed Erzegovina, dalle istituzioni, dal mondo della ricerca e dell'educazione, della società civile, per affrontare la complessità della storia ma anche per l'urgenza e la necessità di scelte da fare nel nostro tempo. Il gemellaggio con Sarajevo Centar, firmato nel 2022, non è stato solo un gesto simbolico: rappresenta un impegno concreto per costruire ponti, collaborazioni e progetti comuni. Come città lavoriamo insieme ogni giorno insieme a iniziative che guardano alle nuove generazioni, allo sviluppo culturale e territoriale, e alla costruzione di un'Europa più unita e solidale. Oggi più che mai non possiamo disinteressarci dei Balcani".
"Quest'anno celebriamo i trent'anni dall'Accordo di Dayton e i trent'anni dalla fine della guerra in Bosnia ed Erzegovina - ha detto il sindaco Srđan Mandić - Ricordo molto bene il giorno in cui fu ratificato l'Accordo di Dayton. Fu il primo giorno di libertà, ma per me fu anche il primo giorno di paura per il futuro, che in quel momento era incerto: dopo quattro anni di guerra era finalmente arrivata la libertà, ma restava comunque la paura di non sapere quanto sarebbe durata. Oggi, a trent'anni di distanza, i nostri giovani hanno paura del futuro, a causa di tutto ciò che sta accadendo nel mondo, in Europa e per la costante minaccia di nuovi conflitti anche nei nostri territori, soprattutto in Bosnia ed Erzegovina. Per questo è importante parlarne e chiedere ancora una volta ai nostri amici dall'Italia e dall'Unione Europea non aiuto, ma sostegno. Trent'anni fa avete dimostrato, insieme a tutti i popoli amanti della pace nel mondo, che quando vi unite potete fermare l'aggressione e potete fermare la guerra. Oggi abbiamo bisogno di aiuto e sostegno per preservare la pace e stabilire la stabilità nel nostro Paese, e affinché la Bosnia ed Erzegovina diventi ufficialmente membro dell'Unione Europea".
"La firma degli accordi fu un momento di sollievo per milioni di persone, un passaggio storico che interruppe il dramma quotidiano di violenze, assedi e sofferenze - ha detto il presidente del Consiglio comunale Matteo Iori -Dayton significò soprattutto una cosa: la pace. Una pace fragile, ma vitale. Una pace imperfetta, ma necessaria". Il presidente ha poi ricordato l'esperienza della marcia dei 500 promossa da don Tonino Bello, che nel dicembre 1992 entrò a Sarajevo per portare una testimonianza viva e concreta della solidarietà internazionale: "Non fu una semplice manifestazione simbolica: fu un'espressione concreta di solidarietà, di disarmo morale, di fiducia nell'umanità, e di rifiuto della logica della violenza come risposta al conflitto. Quel gesto, nato dall'appello di figure come Monsignor Tonino Bello e raccolto dai "Beati costruttori di Pace", fu un momento in cui la diplomazia dei popoli cercò di affermare che la pace non è solo un accordo tra Stati e generali, ma anche e soprattutto un impegno collettivo di donne e uomini comuni. La pace è un obiettivo politico, è un valore umano, costruito giorno dopo giorno nella solidarietà, nella compassione e nella convivenza. E oggi vogliamo sottolineare quanto queste cose siano determinanti anche per noi, anche per il Comune di Reggio".
"Ricordare gli Accordi di Pace - hanno spiegato i promotori - significa riaffermare un impegno: una Giornata del Ricordo della Pace e della Rinascita, dedicata alla memoria, alla riflessione e alla responsabilità collettiva di costruire una convivenza pacifica. L'anniversario degli Accordi di Dayton non rappresenta solo la fine di un conflitto devastante, ma anche l'avvio di un percorso di riconciliazione e ricostruzione, valori profondamente radicati nell'identità di Reggio Emilia".
Firmato il 9 maggio del 2022, giornata della festa dell'Europa, quello tra Reggio Emilia e Sarajevo Centar è un patto di gemellaggio che vede un forte significato politico e riconosce il forte coinvolgimento e supporto da parte di diverse istituzioni e organizzazioni della società civile reggiana - in primis Iscos Emilia-Romagna, Fondazione E35, Fondazione Mondinsieme, Istoreco, Fondazione per lo Sport. La relazione istituzionale con la città di Sarajevo Centar ha offerte diverse opportunità per numerosi progetti e scambi culturali, educativi, sportivi e giovanili. Tra questi la partecipazione ai Giochi internazionali del Tricolore di delegazioni sportive ma anche progetti, solo per citarne alcuni, 'Pita e Pasta di Pace', 'Most' (che significa 'ponte') e le iniziative per il 25° Anniversario del genocidio di Srebrenica, promossi in collaborazione con Iscos Emilia-Romagna, Cisl Reggio Emilia, Istoreco, Fondazione Mondinsieme, Cooperativa sociale Madre Teresa, comitato Cittadini di via Roma, associazione MirniMost, compagnia Pietribiasi-Tedeschi, Agesci e altre associazioni.
Negli anni più recenti, con l'auspicio che anche la Bosnia ed Erzegovina possa a breve entrare in Unione europea, grazie al lavoro di Fondazione E35, sono diversi i progetti internazionali ed europei a cui Reggio Emilia e Sarajevo Centar collaborano, anche nell'ottica di rafforzare il percorso di integrazione europea della città e del Paeseall'interno dell'Unione europea. Tra questi, i due progetti Proximities e Longevity, promossi dal Comune di Reggio Emilia e coordinati insieme a Fondazione E35, finanziati dal programma Interreg Europe per rafforzare le politiche sul tema della città dei 15 minuti e sulle politiche a sostegno della longevità e dell'invecchiamento attivo: sempre nell'ambito di questi progetti, Reggio Emilia e Sarajevo Centar si confrontano anche con altre città e paesi europei per rafforzare iniziative e servizi, nell'ottica di sviluppare politiche nel quadro dell'Unione europea. Infine, si ricorda il progetto Tomorrow Together sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, che vede giovani di Reggio Emilia, Sarajevo Centar insieme a quelli di Kragujevac (Serbia) e Chisinau (Moldova) confrontarsi sul senso dell'appartenenza all'Unione europea, sulle sfide e criticità.
Negli anni diverse le iniziative che hanno visto protagoniste le scuole reggiane, in particolare Bus Pascal e Filippo Re, con analisi e approfondimenti storici e culturali sui Balcani e la Bosnia in particolare.
Sarajevo Centar rappresenta il cuore politico e amministrativo della Città metropolitana e del Cantone di Sarajevo (composto da 9 Municipalità), nonché dello Stato, ospitando la gran parte delle istituzioni del Paese. Costituisce inoltre la Municipalità simbolo per il Paese, una delle zone maggiormente colpite durante l'assedio in quanto sede delle più importanti istituzioni. Nel cuore di Sarajevo Centar oggi sorge, sul fiume Miljacka, il ponte Suada e Olga, una volta chiamato Vrbanja: un luogo simbolo nella storia del Paese, dove il 5 aprile 1992 ebbe di fatto inizio la guerra in Bosnia Erzegovina. Si tratta di un luogo simbolo anche per l'Italia: nei suoi pressi, il 3 ottobre 1993, venne ucciso Gabriele Moreno Locatelli, dei Beati i costruttori di Pace, mentre sul ponte manifestava per una soluzione pacifica della guerra civile. Sarajevo Centar rappresenta inoltre il principale centro per il commercio e gli investimenti in Bosnia Erzegovina e ospita importanti poli culturali, museali e educativi, tra cui il progetto Ars Aevi e il Teatro Nazionale. La Municipalità - che è sede delle organizzazioni internazionali e della diplomazia, nonché delle principali strutture sportive, sanitarie, universitarie - è luogo simbolo del dialogo interculturale e religioso della capitale.
Ufficio del Comune di Reggio Emilia
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Ultimo aggiornamento: 12-12-2025, 15:41