01/17/2025 | News release | Distributed by Public on 01/17/2025 12:07
Nel 2024 la Lombardia è stata la regione italiana che ha segnato l'incremento percentuale maggiore di violenze e aggressioni contro medici e infermieri, registrando un +25% rispetto all'anno precedente. Un'emergenza che è stata al centro del convegno promosso da Onsip (Organismo nazionale professionisti sicurezza & privacy) e Ugl Salute in collaborazione con il Consiglio regionale della Lombardia a Palazzo Pirelli. "Medici e infermieri sono il vero valore aggiunto della sanità lombarda, sono il 'motore' dei nostri ospedali e delle nostre strutture assistenziali - ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale, Federico Romani -. La Lombardia vanta primati sul piano nazionale nella medicina, con centri all'avanguardia. Risultati ottenuti grazie a investimenti costanti in strutture, tecnologie e competenze. Ma tutto ciò sarebbe impossibile senza il cuore, l'impegno, la passione e il lavoro dei nostri operatori sanitari, capaci di mettere sempre al centro il rapporto umano con i pazienti. Per questo gli episodi di violenza non possono e non devono essere tollerati e le istituzioni devono mettere in campo misure sempre più efficaci per la tutela del personale sanitario".
Le cronache hanno frequentemente riportato devastazioni nei pronto soccorso e atti di aggressione fisica e verbale, evidenziando una problematica ormai diffusa. Secondo i dati Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia), Umem (Unione medica euromediterranea) e del Movimento Internazionale Uniti per Unire le aggressioni al personale sanitario in Italia hanno raggiunto livelli critici nel 2024, con un aumento medio del 33% rispetto all'anno precedente. Si tratta di 25.940 episodi di aggressioni al personale sanitario nel 2024. Lombardia, Campania, Puglia, Lazio e Sicilia hanno fatto registrare i maggiori incrementi nell'anno appena concluso. Il Nord Italia risulta essere l'area più colpita, con il 63% degli episodi di violenza, mentre il Sud registra il 26% e il Centro l'11%. Le vittime di queste aggressioni sono principalmente le donne (73%), con infermieri e fisioterapisti tra le categorie più colpite. Gli episodi non riguardano solo le grandi città, ma anche le aree periferiche, dove la carenza di risorse si fa sentire con maggiore intensità. Gli aggressori, nella maggior parte dei casi, sono pazienti o familiari esasperati dalla lentezza o dalla mancanza di risposte adeguate da parte del sistema sanitario.
Nello specifico in Lombardia nel 2023 sono state segnalate 4.836 aggressioni agli operatori sanitari, dagli insulti alla violenza. Di queste il 30,9% si sono verificate in Pronto Soccorso, in aumento rispetto al 2022 quando la percentuale arrivò a 25,4%. Dopo il calo nel biennio 2020-2021 - dovuto ad un accesso fortemente limitato alle strutture ospedaliere a causa dell'emergenza Covid-19 - le violenze e le aggressioni contro medici e infermieri sono tornate a salire. A fronte di questi dati in crescita, l'anno scorso solo il 6% delle aggressioni sono state denunciate in Procura. Un segnale di profondo disagio da parte degli operatori sanitari. "Occorre interrogarsi sul perché sempre più spesso vengono colpite categorie che svolgono attività a beneficio della comunità - ha sottolineato il segretario generale Ugl, Paolo Capone -. Gli ospedali, e soprattutto i pronto soccorso, ma in generale tutte le strutture dove lavorano medici, infermieri e operatori sociosanitari sono, purtroppo, diventati teatro di violenze da parte degli stessi pazienti e dei loro familiari. Un bollettino di guerra drammatico, che deve essere assolutamente arginato".
"Le misure messe in campo dal Governo - ha aggiunto - stanno dando risultati importanti, occorre continuare su questa strada, attuando interventi mirati alle singole realtà territoriali. Bisogna poi coinvolgere attivamente anche i dirigenti delle strutture, in una battaglia che deve garantire ai lavoratori la massima sicurezza personale. Oltre agli operatori sanitari, entrati nel mirino di una intolleranza che spesso diventa violenza, anche le forze dell'ordine sono bersaglio, negli ultimi mesi, di attacchi spesso violenti. Temo che questi episodi siano le avanguardie di uno scollamento all'interno della società ma direi, più propriamente, della comunità. Infine, sul fronte sanitario va resa più efficiente la medicina di prossimità che potrebbe alleggerire nei pronto soccorso il flusso di persone". Secondo Paolo Provino, presidente Enbital e del Comitato di Garanzia e Controllo Onsip, "le aggressioni al personale sanitario, sia fisiche che verbali, siano un problema crescente, che impone interventi sistematici. Gli enti bilaterali hanno un ruolo strategico in diversi ambiti e supporto alle aziende sanitarie nell'elaborazione di protocolli specifici contro le aggressioni. Ed è proprio per questa funzione che gli enti bilaterali sono una risorsa strategica per i safety manager
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