WWF Italia Onlus

12/22/2025 | Press release | Distributed by Public on 12/22/2025 10:44

Ancora un orso morto sulle strade d’Abruzzo

Dopo Juan Carrito, l'orso reso famoso dalla sua assidua
frequentazione di alcuni centri abruzzesi negli scorsi anni e morto
investito sulla SS17 nel 2023, la sera del 20 dicembre un altro orso
è rimasto vittima delle strade. Un maschio subadulto di 4-6 anni è
stato investito sulla SS 690 Sora- Avezzano, in provincia de L'Aquila.
Un episodio grave, che aggiunto agli altri 3 orsi rinvenuti morti nel
2025, rischia di compromettere gli sforzi di conservazione per una
sottospecie unica, ridotta a poche decine di individui
nell'Appennino centrale.


"Non è accettabile che gli orsi continuino a morire sulle strade. È
urgente agire per fermare quella che rischia di diventare
una escalation - ha detto Luciano Di Tizio, Presidente WWF
Italia
- L'orso è una specie che necessita di areali ampi e corridoi
sicuri. Purtroppo, in questi anni abbiamo perso diversi orsi per
episodi di bracconaggio e per investimenti stradali. Probabilmente
si fa troppo poco per affrontare queste minacce. Per mitigare il
rischio di investimenti occorre lavorare su più fronti, insieme agli
enti gestori delle strade, alle Regioni, al Ministero e alle aree
protette".


Far rispettare i limiti di velocità sulle strade che attraversano aree
naturali utilizzate dalla fauna resta un aspetto prioritario, da un lato
aumentando i controlli e le sanzioni per i trasgressori, dall'altro con
campagne di comunicazione e sensibilizzazione verso gli
automobilisti.


In questo caso l'investimento è avvenuto su una superstrada,
per sua natura percorsa dalle auto a velocità sostenuta. In simili
situazioni occorrono recinzioni nei tratti più pericolosi ed è
necessario garantire passaggi sicuri per la fauna, ad esempio
rendendo agibili sottopassi e canali idraulici.
Ridurre il rischio di investimenti richiede un approccio
onnicomprensivo, per definire strategie efficaci sul medio-lungo
termine anche grazie al coinvolgimento di esperti di road ecology.


Tra 2003 e 2024 sono stati rinvenuti morti 52 orsi marsicani
(in media 2,4 all'anno). Di questi, il 50% di quelli per cui è stato
possibile accertare le cause di morte è deceduto a causa di episodi
di bracconaggio (arma da fuoco, avvelenamento, etc.), mentre un
ulteriore 30% per altre cause comunque legate all'attività antropica
(incidente stradale o ferroviario, annegamento, etc.).
Sono numeri inaccettabili. Ogni orso che perdiamo è un pezzo di
futuro che rischiamo di cancellare per questa sottospecie unica al
mondo.


L'impegno del WWF
WWF Italia lavora da anni per mitigare le minacce per la residua
popolazione di orso in Appennino. Mitigare il conflitto con apicoltori
e allevatori, migliorare la percezione sociale della specie nelle aree
di espansione e diminuire il rischio di investimenti stradali sono gli
obiettivi centrali dell'impegno dell'associazione. Ma per garantire
un futuro al simbolo della biodiversità italiana occorre lavorare tutti
insieme. Ogni orso morto per mano dell'uomo abbassa le probabilità
di sopravvivenza di questa sottospecie unica nel prossimo futuro.
Progetto Orso 2×5

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