Emergency Life Support For Civilian War Victims ONG ONLUS

04/18/2025 | Press release | Distributed by Public on 04/18/2025 01:22

Life Support: soccorsi 82 naufraghi in acque internazionali della zona SAR libica

LA NAVE SAR DI EMERGENCY HA SOCCORSO 82 NAUFRAGHI IN ACQUE INTERNAZIONALI DELLA ZONA SAR LIBICA

JONATHAN NANÌ LA TERRA, CAPOMISSIONE DELLA LIFE SUPPORT: "IL NOSTRO STAFF SI STA PRENDENDO CURA DELLE PERSONE SOCCORSE E SIAMO ANCORA IN AREA OPERATIVA, DISPONIBILI A ULTERIORI INTERVENTI"

ALLA NAVE SAR DI EMERGENCY È STATO ASSEGNATO PER LO SBARCO IL PORTO DI RAVENNA A OLTRE 4 GIORNI DI NAVIGAZIONE DALLA ZONA OPERATIVA

LA TUTELA DELLA VITA IN MARE E UNA MISSIONE SAR EUROPEA, QUESTE LE PRIME RACCOMANDAZIONI DEL REPORT
"IL CONFINE DISUMANO - SALVARE VITE NEL MEDITERRANEO CENTRALE" DI EMERGENCY

Milano, 17 aprile 2025 - Questo pomeriggio alle 17.45 la Life Support di EMERGENCY ha concluso un'operazione di soccorso di un'imbarcazione in difficoltà nelle acque internazionali della zona SAR libica, portando in salvo 82 persone.

La barca in difficoltà, un gommone sovraffollato e con i tubolari sgonfi, è stato avvistato dal ponte di comando dalla nave search and rescue di EMERGENCY.

"Verso le 16 dal ponte di comando della nave abbiamo avvistato una barca in pericolo: un gommone sovraffollato e deformato dal peso delle troppe persone a bordo, mentre il mare era ancora mosso con onde lunghe - spiega Jonathan Naní La Terra, Capomissione della Life Support-. Abbiamo subito messo in acqua i nostri mezzi di soccorso e ci siamo avvicinati al caso, una volta raggiunto il nostro Sar team ha messo in sicurezza le persone distribuendo i giubbotti salvagenti e quindi ha portato in salvo tutti i naufraghi a bordo della Life Support. Ora il nostro staff si sta prendendo cura delle persone soccorse e siamo ancora in area operativa, disponibili a ulteriori interventi in caso di nuovi casi di barche in difficoltà ".

Le 82 persone soccorse, di cui 11 donne, 2 ragazze minori non accompagnate, 1 bambina accompagnata, 23 ragazzi minori non accompagnai e 1 bambino accompagnato, hanno riferito di essere partite da Zawiya in Libia, alle 2 di notte circa. I naufraghi provengono da Sudan, Eritrea, Etiopia, Ghana, Nigeria e Togo.

Dopo aver completato il soccorso e aver informato le autorità competenti alla Life Support di EMERGENCY è stato assegnato il POS (Place of Safety) di Ravenna, a oltre 900 miglia dal punto in cui è stato effettuato il soccorso. Anche questa volta, dunque, la prassi del governo di assegnare porti di sbarco distanti dalla zona operativa alle navi Sar della flotta civile costringerà la Life Support e i naufraghi a bordo a percorrere centinaia di miglia e a oltre 4 giorni di navigazione per arrivare a destinazione.

Come evidenziato dal report "Il confine disumano - Salvare vite nel Mediterraneo centrale" dedicato al secondo anno di attività della nave Sar di EMERGENCY, la prassi del governo di assegnare porti di sbarco distanti dalla zona operativa alle navi Sar della flotta civile già nel 2024 aveva costretto la Life Support e i naufraghi a bordo a percorrere in media 630 miglia nautiche in più a missione, impiegando oltre tre giorni di navigazione. Per andare e poi tornare in zona operativa, inoltre, lo scorso anno sono stati necessari 59 giorni di navigazioni aggiuntiva. Tempo prezioso sottratto all'attività di ricerca e soccorso.

E proprio per salvaguardare il diritto alla vita in mare EMERGENCY fa all'Italia, all'Ue alle organizzazioni internazionali cinque raccomandazioni. La prima è quella di porre la tutela della vita in mare al centro di ogni decisione che riguarda il Mediterraneo centrale e rafforzare la capacità di ricerca e soccorso in mare, attivando una missione SAR europea. La seconda prevede di riconoscere il ruolo umanitario delle Ong, abbandonando qualsiasi pratica di criminalizzazione, abrogando il decreto Piantedosi e assicurando l'assegnazione di porti di sbarco più vicini. La terza chiede di interrompere ogni azione a supporto dei respingimenti verso Libia e Tunisia che non possono essere considerati un luogo sicuro per lo sbarco dei naufraghi, revocando il Memorandum Italia-Libia e il Memorandum d'Intesa fra Ue e Tunisia e di non replicare le politiche di esternalizzazione in Paesi terzi. La quarta sollecita a revocare il Protocollo Italia-Albania, chiudere i centri albanesi e dirottare i finanziamenti per rafforzare il sistema d'accoglienza, garantendo dei percorsi efficaci di inclusione sociale. L'ultima chiede di investire in programmi di cooperazione di lungo periodo per il rafforzamento delle comunità e dei servizi nei Paesi di origine e transito e garantire ed ampliare vie di accesso sicure e legali in Europa.

La Life Support, con un equipaggio composto da marittimi, medici, infermieri, mediatori e soccorritori, sta compiendo la sua 31/a missione nel Mediterraneo centrale, operando in questa regione dal dicembre 2022. Durante questo periodo, la nave ha soccorso un totale di 2.783 persone.

Leggi il report "Il confine disumano - Salvare vite nel Mediterraneo centrale".